Borsa: tesoretto nascosto da 50 mld (Mi.Fi.)
November 28 2022 - 3:53AM
MF Dow Jones (Italian)
C'è un tesoretto nascosto di quasi 50 miliardi di euro che,
senza grande sforzo, potrebbe essere messo a disposizione della
crescita di Piazza Affari e dell'intero Paese. Risorse che già
oggi, scrive MF-Milano Finanza, sono generate da investitori
italiani ma che finora sono andate altrove, spesso all'estero. Una
pioggia di risparmi che potrebbe andare al mercato borsistico
tricolore e alle imprese italiane se solo le compagnie
assicurative, i fondi pensione e le casse previdenziali della
Penisola si comportassero come fanno, in larga parte, i loro
omologhi europei. Cioè investendo in imprese nazionali.
Ecco qualche numero che fotografa l'attuale situazione e che dà
la misura delle potenzialità: nel 2021, le assicurazioni Italiane
hanno investito solo il 5,9% del patrimonio in azioni e fondi
azionari. Una percentuale che in Europa sale, in media, al 39,5%
del totale investito dalle compagnie mentre le compagnie italiane
continuano a puntare la gran parte delle loro risorse Btp. E non è
solo questione di assicuratori, che pure in questo quadro hanno il
peso più rilevante.
Un trend simile si riscontra anche per i fondi pensione e le
casse previdenziali. I dati raccolti da Covip, l'autorità di
controllo del settore, dicono che i fondi pensione italiani
prediligono gli investimenti esteri, che ammontano a 124 miliardi
di euro, contro appena 40 miliardi riservati agli investimenti
domestici. Un paradosso se si pensa che i lavoratori italiani
risparmiano per la vecchiaia andando a finanziare le imprese estere
concorrenti di quelle per cui lavorano. Pure le Casse previdenziali
dei professionisti, secondo gli ultimi dati comunicati dalla
Commissione sul 2021, hanno puntato solo 7,6 miliardi sulle imprese
italiane. Briciole rispetto al loro ingente patrimonio salito alla
fine dello scorso anno a poco meno di 108 miliardi.
Come si arriva alla stime dei 50 miliardi che potrebbero essere
immessi sui mercati borsistici? Una buona parte di questi flussi
arriverebbe se la componente azionaria delle riserve tecniche vita
delle assicurazioni passasse, per esempio, da 5,9% attuale al 10%,
con un apporto di circa 33,7 miliardi, considerando gli
investimenti complessivi del settore pari a circa 800 miliardi (che
salgono a 1.000 considerando anche le polizze di tipo unit linked).
Altri 10,5 miliardi si potrebbero aggiungere qualora i fondi
Pensione decidessero di destinare il 30,8% degli investimenti
domestici al comparto azionario, allineandosi alla medesima
percentuale dedicata agli investimenti in azioni estere; mentre se
le Casse previdenziali arrivassero a dedicare il 22,6% del loro
patrimonio all'investimento in titoli di capitale (la stessa
percentuale applicata ai fondi pensione) si potrebbero generare
ulteriori risorse per 5,4 miliardi, arrivando così a ridosso dei 50
miliardi di euro.
"Considerando che la capitalizzazione della borsa di Milano
attualmente si aggira intorno ai 700 miliardi, un incremento di
investitori istituzionali di lungo termine, che in 4 o 5 anni
investano circa 50 miliardi, potrebbe cambiare radicalmente la
struttura patrimoniale delle imprese italiane", osservano
dall'ufficio studi di Ambromobiliare, dove ricordano che
assicurazioni e fondi pensione sono gli unici veri investitori
istituzionali di lungo termine, che finora non hanno però avuto un
ruolo determinante per la crescita dell'economia italiana e della
borsa.
Eppure la volontà di guardare al lungo termine e di sostenere
l'Italia non sembra mancare tra questi investitori. Non è un caso
che la presidente dell'Ania, Maria Bianca Farina, nell'ultima
relazione annuale dell'associazione delle compagnie di
assicurazione, abbia sottolineato il ruolo delle compagnie come
"grandi investitori istituzionali, orientati verso investimenti
sostenibili di medio-lungo termine", ricordando allo stesso tempo
il successo dell'iniziativa di un "Fondo per gli investimenti
infrastrutturali, arrivato al closing finale con una raccolta di
516 milioni, ben oltre il target iniziale" promosso dall'Ania
stessa che ha acquistato per esempio il 92,5% del capitale della
Compagnia Ferroviaria Italiana.
Anche Assofondipensione, l'associazione che raccoglie i fondi
pensione negoziali presieduta da Giovanni Maggi, ha lanciato più di
qualche iniziativa, insieme a Cassa Depositi e Prestiti, per
tentare di convogliare il risparmio previdenziale verso l'economia
reale italiana: prima con i fondi di private equity (che ha
raccolto 460 milioni di euro) e private debt (da 340 milioni), e
ora con l'avvio di un nuovo prodotto dedicato alle infrastrutture
che punta a 300 milioni il cui debutto è previsto all'inizio
dell'anno prossimo.
Ma come visto i numeri restano esigui rispetto alle
potenzialità, e a frenare la crescita ci sono anche ragione
regolamentari. Ania, per esempio, chiede da tempo di consentire
alle gestioni separate assicurative di investire in Pir, i piani
individuali di risparmio introdotti nell'ordinamento italiano con
la legge di stabilità 2017 per aumentare gli investimenti nelle
aziende italiane da parte dei privati.
"Ciò determinerebbe una spinta al flusso di risparmio diretto
verso il sistema produttivo, mai così essenziale", ha sottolinato
Farina ricordando, che "più in generale, occorre incentivare gli
investimenti a lungo termine nell'economia reale e sotto questo
profilo, la riforma di Solvency II, tuttora in corso, offre
l'opportunità di rafforzare gli strumenti anti-ciclici previsti
dalla normativa e definire un assetto regolamentare più
favorevole". Qualche progresso, da quest' ultimo punto di vista, in
verità è già stato fatto, aggiungono ancora da Ambromobiliare
ricordando che "la nuova impostazione di Solvency II prevede
agevolazioni in termini di accantonamento del patrimonio per gli
investimenti azionari di lungo periodo (con obblighi di
accantonamento che scendono dal 39/49 al 22%) al verificarsi di
alcuni requisiti e questo "potrebbe indurre le compagnie
assicurative a dedicare maggiori risorse alle imprese italiane" in
aggiunta al fatto che "la possibilità di classificare come
investimenti a lungo termine non solo gli investimenti azionari
diretti ma anche gli investimenti tramite fondi, attraverso il
cosiddetto "metodo look-through", permetterebbe alle assicurazioni
di assumere un ruolo strategico nella crescita del paese.
Cosa fare quindi per accelerare gli investimenti di
assicurazioni e fondi pensione nell'economia reale rimasti finora
scarni? "Per le assicurazioni servirebbe un'applicazione seria
della direttiva Solvency II che consente di investire in azioni
quotate a lungo termine con basso assorbimento di capitale»,
concludono dalla società presieduta da Alberto Franceschini,
"mentre per i fondi pensione sarebbe utile l'utilizzo dei fondi Pir
fino al 10% del patrimonio".
red
MF-DJ NEWS
2809:38 nov 2022
(END) Dow Jones Newswires
November 28, 2022 03:38 ET (08:38 GMT)
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