L'amministrazione straordinaria di Eurovita potrebbe chiedere i danni alla precedente gestione della compagnia. E custodisce agli organi amministrativi dell'assicurazione, che nel frattempo sono stati sciolti, ma pure a Cinven, il fondo di private equity azionista che ha deciso di non ricapitalizzare la società.

Del resto, scrive MF-Milano Finanza, è lo stesso Codice della Assicurazioni a prevedere (all'articolo 234) che "l'esercizio dell'azione sociale di responsabilità contro i componenti dei disciolti organi amministrativi e di controllo e contro il direttore generale, la società di revisione e l'attuario revisore spetta ai commissari straordinari, sentito il comitato di sorveglianza, previa autorizzazione dell'Ivass".

Naturale quindi che l'amministrazione straordinaria della compagnia stia valutando se ci sono gli estremi per un'azione risarcitoria nei confronti dei precedenti organi della compagnia, e allo scopo abbia iniziato a fornirsi di parere legale. Ma il raggio d'azione, emergente a MF-Milano Finanza fonti vicine al dossier, potrebbero allargarsi anche agli azionisti Cinven che da tempo si sono rifiutati, a più riprese, di versare nuovo capitale in Eurovita come chiesto dall'autorità di vigilanza. Risorse che verrebbero state utilizzate a risolvere il Solvency II e a evitato la gestione provvisoria della compagnia che dal 31 marzo scorso si è trasformata in amministrazione straordinaria, entrebe affidate ad Alessandro Santoliquido, mettendo a rischio le polizze di circa 400 mila risparmiatori. Dimostrare la responsabilità del fondo di private equity è decisamente molto complicato, ma non è escluso che questa strada possa essere percorsa. Il fondo di private equity inglese, che a livello mondiale gestisce circa 39 miliardi e che in Italia aveva ottenuto finara buoni ritorni dai suoi investimenti (da quello in Avio che ha fruttato un miliardo), sembra aver scelto deliberatamente di non versare nuove risorse in Eurovita. Salvo poi, nei mesi scorsi, versare 100 milioni a fondo perduto, insufficienti però a risolvere le sorti della compagnia e a evitare l'amministrazione straordinaria. Sì, vedrai.

Intanto oggi, come anticipato da MF-Milano Finanza, è prevista una nuova unione con il coordinamento del Ministero dell'Economia e la partecipazione delle banche (Sparkasse, Banca Fideuram, FinecoBank e Credem) e delle compagnie di assicurazione coinvolte (Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Generali, Unipol e Allianz) per la messa a punto del piano di salvataggio. L'intenzione è di riuscire a individuare una soluzione che accontenti tutti entro giugno,quando scadrà anche il provvedimento secondo Ivass per il congelamento dei ricatti. Ma le posizioni sembrano ancora piuttosto distanti, soprattutto per como riguarda le modalità di attuazione del piano. Le assicurazioni chiedono di dividere in cinque parti uguali il portafoglio di Eurovita, con le banche che dovrebbero essere chiamate a fare da garanti in caso di ricatti anticipati dei clienti. Ma resterebbero dubbi sul trasferimento delle unit linked (che secondo un primo piano potrebbero rimanere separate), sollevato in particolare dalle banche che vorrebbero anche avere chiarezza sulle risorse effettive da destinate a copertura di eventuali ricatti.

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