I migliori capitani d'impresa sono stati premiati nel corso di una serata a Milano. Il mensile Capital raccoglie in un libro le storie dei manager più capaci d'Italia raccontando come hanno fondato le loro aziende e quali strategie hanno messo in campo per farle crescere.

«Non conosco un imprenditore che non sia coraggioso, però ce ne sono alcuni che sono più coraggiosi di altri e quindi abbiamo pensato di premiare i più coraggiosi ogni anno». Con queste parole Paolo Panerai, editor in chief e ceo di Class Editori ha aperto mercoledì 29 marzo all'Istituto dei Ciechi di Milano la serata di presentazione del libro "Gli imprenditori più coraggiosi d'Italia" curato dalla redazione di Capital e dedicato ai protagonisti più audaci del Made in Italy, in edicola e in formato digitale da mercoledì 5 aprile.

«Capital parla da sempre di imprenditori coraggiosi», ha evidenziato Panerai ricordando «quando nell'81 quello che era un imprenditore spregiudicato e coraggioso (Silvio Berlusconi, ndr) fece una prima intervista e disse: chi ha idee venga a trovarmi. Da lì vennero fuori due persone straordinarie: Ennio Doris e Urbano Cairo». E proprio Cairo è tra i segnalati dalla redazione di Capital per aver «avuto il coraggio, partendo da manager in Publitalia, di diventare imprenditore prima con Cairo Pubblicità e poi editore con Rcs MediaGroup, innovando modelli di business consolidati».

«Ci sono anche imprenditori che al coraggio sanno sommare un sentimento». Così, tra i diversi imprenditori coraggiosi, Panerai ha voluto ricordare l'audacia di Alessandro Benetton che «nella famiglia è stato l'unico che ha avuto il coraggio di scusarsi per quello che era successo col ponte Morandi. In più ha dimostrato di essere un bravo imprenditore». E tra chi al coraggio ha saputo unire la passione, aggiunge Panerai, «vorrei citare un imprenditore piccolo, ma di grande qualità: Vittorio Cerea aveva un ristorante che perse per poi ricominciare da zero. Credo che questo gesto abbia trasmesso ai figli molto coraggio e li abbia fatti diventare un fenomeno importantissimo della ristorazione».

Un gesto di «coraggio spaventoso» è stato quello di Alessandro Garrone di portare a termine la trasformazione di Erg da compagnia focalizzata sull'oil a big player delle rinnovabili. Facendone uno dei leader dell'eolico e del solare a livello europeo. Così come «un coraggio ai limiti della follia» ha dimostrato Massimo Di Risio, che ha sfidato tutti i gruppi automobilistici riuscendo ad imporsi come un autentico fenomeno di mercato. Ma «l'Italia è piena di queste realtà», ha sottolineato Panerai. «Unico grande handicap è che non ha un mercato finanziario per poter sostenere tutte queste iniziative e questi segni di coraggio e intraprendenza».

L'ape più coraggiosa vince sempre «Personalmente non dovrei essere qui. Sono un abusivo» dice invece Emilio Isgrò, artista autore dell'opera "L'ape più coraggiosa vince sempre", realizzata per questa occasione in esclusiva per Capital. «Un artista di solito deve avere un coraggio che non paga», spiega Isgrò. «È un coraggio inutile agli occhi degli imprenditori che sono persone concrete». Ma forse qualcosa in comune le due professioni ce l'hanno: «Un artista deve anche illudersi, deve raccontarsela. Come forse anche i bravi imprenditori. Loro fanno un mestiere che richiede impegno, immaginazione e fantasia. Proprio come quella dell'arte». Così il maestro spiega il significato dell'ape presente nell'opera che evidenzia la necessità del coraggio per ritrovare un nuovo modello per l'Italia: «Le api sono un simbolo perfetto di imprenditoria. Perché si muovono e lavorano in modo naturale ma con un progetto mirabile, non sono solo laboriose ma sono capaci di progettare. Gli studiosi lo sanno perfettamente: le api progettano il proprio habitat. E oggi abbiamo bisogno di una società capace non solo di progettarsi ma di rifondarsi continuamente».

Sicuramente capaci di progettare sono gli imprenditori scelti dalla redazione di Capital come i più coraggiosi del 2023. A spiegarne i motivi, il direttore Marco Barlassina, che ha illustrato le cinque categorie in cui sono stati divisi. Eccole una per una. I Davide contro Golia Massimo Di Risio, fondatore Dr Automobilies, Baldassarre e Domenico Monge, fondatore e presidente Monge, Giuseppe Crippa, fondatore e presidente onorario Technoprobe, Danilo Curzi, presidente e ceo Idee per viaggiare, Alberto Dalmasso, founder & ceo Satispay, Mario Vezzola, presidente Baia Holiday, Diana Bracco, presidente Bracco, per aver avuto il coraggio di sfidare con successo colossi o di entrare in settori dominati da multinazionali.

Gli startupper Franco Gattinoni, presidente e ad Gruppo Gattinoni, Andrea Pignataro, founder Ion, Gianluigi Aponte, fondatore e presidente Msc, Paolo Vranjes, ceo Dr Vranjes, Iacopo Fincato, co-founder Smokin'Brothers, Oscar Marchetto, presidente e ad Somec, per essere partiti da zero e in pochissimo tempo aver con super coraggio raggiunto il successo.

Gli innovatori Alessandro Sannino, fondatore e direttore scientifico Gelesis, Attila Kiss, ceo Gruppo Florence, Giuseppe Prisco, ceo Mmi - Medical Micro Instruments, Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale Fineco, Tommaso Baldissera Pacchetti, ceo & founder CrowdFundMe, Marco Pescarmona, presidente Mutuionline, Luigi Ursino, presidente della Esdebitami Retake Spa Sb e consigliere con delega all'attività benefit della Save your home Srl Sb, Betta Maggio, ceo & founder U-Earth Biotech, Stefano Buono, founder and ceo Newcleo, Stefano Cassella, founding partner e ceo Arcus Financial Advisors, Giuseppe Del Prete ceo Tlc Telecomunicazioni, Luca Travaglini, co-founder e co-ceo di Planet Farms, Giovanni Daprà, co-founder e ceo Moneyfarm, Luca Rossettini, founder e ceo D-Orbit per essere stati capaci di lanciare prodotti e servizi prima inesistenti.

Da manager a imprenditori Giuseppe Amitrano, amministratore delegato Dils, Massimo Perotti, presidente e ceo Gruppo Sanlorenzo, Pietro Giuliani, presidente e ceo Azimut Sgr, Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato Rcs MediaGroup, Corrado Brondi, founder & ceo Give Back Beauty, Sandro Veronesi, fondatore e amministratore delegato Calzedonia, Roberto Colaninno, presidente e amministratore delegato Piaggio, Graziano Verdi, ceo Italcer, per aver dato una svolta alla loro attività professionale, facendo il salto da manager a imprenditore.

Protagonisti del cambiamento Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo Erg, Stefano Beraldo, amministratore delegato Ovs, Marina Berlusconi, presidente Arnoldo Mondadori Editore, i fratelli Cerea, rappresentati da Rossella Cerea, owner e general manager del Gruppo Da Vittorio, Alfonso Dolce, amministratore delegato in rappresentanza di Dolce & Gabbana, Alessandro Benetton, fondatore e managing partner 21 Invest e presidente Edizione Holding, Marco Boglione, fondatore e presidente Basicnet, Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato Moncler, Antonello Argiolas, fondatore Argiolas Formaggi, Roberto Brazzale, presidente Brazzale, Giovanni Porro, imprenditore e ideatore Giò Porro, Marco Procacciante, ceo Vision Group, Giorgio Re, ceo ReCarlo, per aver sfidato lo status quo trasformando modelli di business consolidati, assumendosi il rischio di cambiare completamente pelle alle loro aziende.

pev

 

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