Il processo di vendita di Banca Profilo segna alcuni passi in avanti. La private bank fondata da Matteo Arpe doveva essere ceduta il 31 dicembre 2019 quando è scattato il termine di durata del Sator Private Equity Fund, gestito da Sator sgr che poi, per trovare un compratore e finalizzare l'operazione, ha utilizzato un'estensione del periodo. Il 4 giugno il fondo ha annunciato la messa in vendita della partecipazione di controllo pari al 62,4% del capitale della banca e affidato l'incarico all'advisor Lazard. Diverse le banche che hanno preso contatti e guardato il dossier: da B.Desio a Lombard Odier a Julius Baer, stando ai rumors più ricorrenti.

Secondo quanto risulta a MF-Dowjones per l'acquisto di Banca Profilo sarebbero arrivate nei giorni scorsi diverse offerte da fondi italiani ed esteri e tra quelle ricevute quella del fondo Attestor, che controlla la private bank torinese Bim, sarebbe la meno interessante per il venditore e anche la più complessa.

L'attenzione delle autorità di Vigilanza sul dossier è alta e in questo momento è in corso un'ispezione ordinaria di Banca d'Italia. L'ispezione era già stata calendarizzata in fase pre-Covid per poi essere rinviata proprio a causa della pandemia di Coronavirus. Alla luce dell'ispezione in corso sono stati rimodulati i tempi della procedura di vendita che è partita intorno a metà settembre e l'obiettivo è quello di chiudere l'operazione di cessione entro il primo semestre 2022 e quindi un anno prima della fine della vita del fondo.

La cessione di Banca Profilo avviene in un contesto di mercato complicato. Oltre alla pandemia di Covid-9 che ha mutato lo scenario macro-economico, alcune fonti mettono l'accento sul prezzo: l'aspettativa di valorizzazione sarebbe elevata. La banca ha una capitalizzazione di mercato di quasi 140 mln e un patrimonio netto di 160 mln. Sator che detiene la maggioranza della banca aspira a ottenere un premio che porterebbe il prezzo a superare la market cap attuale. Il fondo mira a replicare il successo del disinvestimento in Petrovalves ceduto al family office della famiglia Thyssen tra la fine 2014 e l'inizio del 2015 compensando così altre scommesse fatte in passato come Lettera 43, ExtraBanca e Banzai.

Il settore del private banking in Italia è sicuramente tra i business bancari più redditizi anche se le prospettive in questa fase sono incerte. Le Aum di puro private banking di Banca Profilo in Italia alla fine del primo semestre dell'anno ammontavano a circa 4 mld. Sempre in base ai dati del primo semestre l'utile netto consolidato ammonta a 4,6 milioni di euro (+10,2% a/a) tenuto conto delle maggiori rettifiche sugli attivi finanziari ai sensi Ifrs 9. Il settore Private & Investment Banking ha archiviato i primi 6 mesi del 2020 con ricavi netti per 11,2 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 12,6 milioni di euro del 30 giugno 2019 (-10,8% a/a) anche a causa della pandemia in corso.

La banca il 4 giugno ha approvato il Piano Industriale 2020-23. Il nuovo business plan ha l'obiettivo di far evolvere il modello attuale, arricchendolo da un lato con nuove linee di business e dall'altro diversificando il target di clientela con l'entrata a regime degli investimenti e degli sviluppi fintech - settore nel quale la banca è presente con una quota in Tineba che oggi conta 100 mila clienti banca rizzati - finalizzati ad aggredire il segmento retail.

Alla scadenza del processo di vendita manca ancora tempo, ma operazioni di questa natura non possono essere finalizzate in zona Cesarini per via dei tempi burocratici relativi ai perfezionamenti e alle autorizzazioni necessarie.

cce

 

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October 19, 2020 10:35 ET (14:35 GMT)

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