Borsa: società alla prova dei conti (Milano Finanza)
October 24 2022 - 2:35AM
MF Dow Jones (Italian)
Le borse restano sull'ottovolante, in preda all'ultimo dato su
inflazione e tassi. Alternano rally improvvisi, sulla scorta delle
buone trimestrali Usa, a rapidi scivoloni. In Italia il partito
vincitore delle elezioni, FdI, venerdì 21 ha espresso la prima
donna premier, Giorgia Meloni, che i mercati hanno cominciato ad
apprezzare anche sul fronte di uno spread in calo. Un fatto che
potrebbe sostenere banche e assicurazioni, ricche di Btp in
portafoglio. Intanto Piazza Affari entra nella settimana in cui
inizia il test dei conti societari del terzo trimestre. Banca Akros
ha elaborato per MF-Milano Finanza due tabelle, una del Ftse Mib
(in pagina), l'altra dello Star (entrambe si trovano nella versione
online dell'articolo), che elencano titoli, giudizio, prezzo
obiettivo e percentuale di possibile rialzo. Vi sono 22 titoli buy
(da comprare) nel paniere del Ftse Mib e 26 nello Star. In alcuni
casi l'upside potenziale è a tre cifre: 153% per Enel, 104% per
Leonardo, 117% per Saipem, 111% nel caso di Telecom Italia. Prime
all'appello saranno Unicredit, Italgas, Moncler, Saipem, Campari,
Diasorin, Eni, Mediobanca e StM. Ma come dovrebbero andare le
trimestrali italiane?
Auto e Difesa. "Ci aspettiamo buoni risultati dall'automotive
grazie a un rimbalzo annuale di circa il 25% sul fronte della
produzione, al quale si aggiunge l'effetto cambi, con una crescita
combinata delle due voci del 30-40%", osserva Gabriele Gambarova,
responsabile Equity Research di Banca Akros. "Il settore deve
ancora recuperare i volumi pre-Covid, siamo indietro del 30%, ma il
forte aumento dei prezzi delle nuove auto potrà pesare su
un'ulteriore ripresa delle vendite". Le vetture cinesi, che hanno
prezzi più bassi, potranno aumentare la competizione nel Vecchio
continente nel medio-termine, aggiunge Gambarova, "mentre
l'amministrazione Usa adotterà verosimilmente un atteggiamento più
rigido in tema di import a tutela del mercato domestico, come si
può osservare in molteplici altri settori". Quanto ai titoli della
Difesa, in Italia, così come gli industriali, "dovrebbero essere
andati bene. Sarà importante vedere se le società alzano le
guidance (stime dei conti a fine anno, ndr). E' plausibile però
che, nonostante lo scenario favorevole, mantengano un atteggiamento
di cautela, considerato che è in atto il cambio al governo". Resta
sullo sfondo il difficile tema della crisi energetica. "I danni
inferti a Nord Stream 1 e 2 sono rilevanti: avevano una capacità
combinata di 110 miliardi di mc di gas su circa 155 miliardi
importati in Europa dalla Russia nel 2021. E in Francia 27 centrali
nucleari su 56 rimangono chiuse per problemi di corrosione e
relativa manutenzione. A questo si aggiungono gli scioperi",
avverte l'analista. L'accordo sul tetto al prezzo del gas in Ue
appena raggiunto, conclude, "è un buon segnale, ma appare ancora
vago e controverso".
Bene banche ed energia, occhio alle utility. Alberto Villa,
responsabile della ricerca azionaria di Intermonte, si aspetta
"trend positivi nel settore del lusso e nell'energetico grazie ai
prezzi sostenuti del petrolio e alti margini di raffinazione e nel
campo dei finanziari che beneficiano del rialzo dei tassi per il
margine di interesse". Le attese sono invece "incerte nei settori
esposti a consumi meno voluttuari e di massa, mentre per il
comparto industriale vanno soppesate le indicazioni dall'auto, sia
produttori che componentistica». Villa si attende che tech e
digitale riportino buoni risultati e indicazioni rassicuranti. "Le
utility rimangono un punto interrogativo vista la situazione di
estrema volatilità dei prezzi del gas e l'attenzione sarà
maggiormente rivolta all'andamento del circolante nel trimestre e
prospettico più che ai profitti trimestrali", avverte l'analista.
Il posizionamento degli investitori "è molto cauto e questo
potrebbe sostenere un recupero dei titoli con risultati trimestrali
confortanti come successo in estate con le semestrali. Va tuttavia
ricordato che la politica monetaria delle principali banche
centrali rimane restrittiva, è difficile possa materializzarsi nel
breve un'inversione di tendenza del mercato". Anche Antonio
Amendola, gestore del fondo AcomeA PMItalia Esg di AcomeA sgr,
punta su energia e banche: "Grazie agli effetti positivi del rialzo
dei tassi l'attività tradizionale degli istituti torna avere senso,
chiaramente bisogna tener d'occhio gli accantonamenti e le
previsioni dei manager". Oggi le banche trattano "a livelli del
2011 ma hanno npl in linea con la media europea e una posizione di
capitale molto più solida e ora, rispetto a dieci anni fa, i tassi
salgono e il business degli istituti ha senso", sottolinea
Amendola.
Quanto alle utility, "sono scese molto, resta incertezza sul
fronte delle tasse per gli extra profitti e la protezione dal
margin call, meglio guardare al settore delle rinnovabili". Il
mercato ora si aspetta un fisiologico taglio delle stime, "a quel
punto, dopo un bagno di realtà, i titoli possono riprendere a
salire ed è quello che si aspettano gli investitori. Vi sono titoli
che sono andati a mio avviso oltre il taglio atteso dalle stime,
soprattutto nel settore mid e small cap, dove i prezzi sono scesi
molto a causa della scarsa liquidità", spiega il gestore. Basti
pensare che da inizio anno il Ftse Mib ha perso il 22%, ma lo Star
dei titoli industriali il 34%. «Ora è tempo di tornare a comprare
quei titoli in maniera graduale", conclude Amendola.
Lusso, materie prime e picco dell'inflazione. "I finanziari
potrebbero uscire in maniera positiva dalle trimestrali grazie al
rialzo dei tassi, gli industriali potrebbero far fatica per la
crisi energetica, ma il lusso dovrebbe andar bene, anche molto
bene", commenta Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e
membro Assiom Forex. La domanda sottostante dei mercati è se
l'inflazione ha già toccato il suo picco. Vi sono alcuni indicatori
interessanti in questo senso. Infatti le materie prime, espresse
nel Bloomberg Commodity Index Total Return, scendono da settimane,
dal top di giugno a 295 l'indice ora si trova a 241, un calo del
18% (un anno fa era a 220). Il Baltic Dry Index, invece, che
monitora i costi del trasporto marittimo e dei noli nelle più
importanti rotte mondiali, è in calo da mesi, in questi giorni si
trova a quota 1.871 dal picco di maggio di 3.344, mentre un anno fa
era 4.700. E l'indice Ism Service Pmi Report Price Paid, il cui
movimento è spesso correlato all'inflazione Cpi, da quota 85 circa
di aprile è tornato a 68,70». Batacchi ritiene che «siamo arrivati
ad un picco inflattivo, il problema è che il mercato sconta due
grandi rialzi dei tassi negli Usa, lo 0,75% a novembre e un altro
0,75% a dicembre. Dal 2023 potrebbe cambiare qualcosa. Ecco perché,
nonostante il calo delle materie prime, adotterei una tattica fatta
di cautela", conclude l'esperto.
Attenzione al debito. Fabio Caldato, partner di Olympia Wealth
Management, non si aspetta "sorprese eclatanti dalle trimestrali in
arrivo, ma prevediamo comunicati che esprimano preoccupazione o
poca visibilità di breve termine, in particolare dal
manifatturiero". Il gestore si sta convincendo che sia importante
"analizzare il profilo debitorio di un'azienda soprattutto nelle
scadenze temporali. Solo bilanci solidi ci tutelano da possibili
perdite". Partendo da questo presupposto, Caldato consiglia di
investire in società "meno esposte al ciclo economico o alla
dinamica inflattiva e dei tassi. Sul mercato italiano le preferite
sono Bff Bank e Assicurazioni Generali".
red
fine
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2408:18 ott 2022
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October 24, 2022 02:20 ET (06:20 GMT)
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