Finanza: Nessun freno al m&a (Mi.Fi.)
November 22 2021 - 2:45AM
MF Dow Jones (Italian)
Nel pieno di quella elettrica e digitale Brembo ha intrapreso
anche la transizione generazionale. Alberto Bombassei, fondatore e
capostipite della famiglia azionista di controllo, ha deciso di
rinunciare alla gestione operativa del gruppo dei freni per
diventarne presidente emerito. «Il passaggio di testimone è l'esito
di un percorso impostato da anni, fatto con serenità, ed è frutto
della volontà di Bombassei di lasciare la carica di Presidente: il
nuovo assetto di governance mantiene lo stile, i principi e le idee
che da 60 anni caratterizzano Brembo», ricorda Matteo Tiraboschi,
54enne Vice Presidente Esecutivo della società che nei primi nove
mesi del 2021 ha realizzato oltre 2 miliardi di ricavi (+31%) e
circa 169 milioni di utile (+135,2%). A partire dal 17 dicembre
Tiraboschi subentrerà a Bombassei nella carica di presidente
esecutivo, affiancando il ceo Daniele Schillaci alla guida di
Brembo. «La continuità dei valori fondativi», sottolinea, «è
indispensabile per affrontare le discontinuità e le difficoltà
industriali che sta attraversando il settore auto».
Domanda. Partiamo dalle difficoltà: quali sono?
Risposta. Siamo in una tempesta perfetta. Semiconduttori e altri
componenti essenziali hanno prima registrato aumenti di prezzo
senza precedenti nell'industria dell'auto e poi sono proprio venuti
a mancare. Così, mentre la domanda dei clienti finali resta molto
forte, la capacità produttiva non è in grado di soddisfarla perché
non c'è il materiale per fabbricare i veicoli e completarli con gli
optional richiesti.
D. State soffrendo anche voi la carenza di chip?
R. Nei primi sei mesi l'impatto sulle attività di Brembo è stato
contenuto perché le case auto hanno privilegiato l'alto di gamma a
maggior margine, il nostro segmento di elezione. Negli ultimi mesi,
però, la crisi dei chip si è estesa a tutto il settore, non
risparmiando nessuna linea produttiva, e temo che lo squilibrio fra
domanda e offerta proseguirà fino al 2022 inoltrato.
D. Con quali effetti sulla produzione?
R. I freni hanno bisogno di pochi chip e quindi per noi
l'impatto è prevalentemente indiretto, frutto cioè delle difficoltà
produttive dei costruttori. Abbiamo comunque applicato una politica
di approvvigionamento prudente, facendo scorta delle materie prime
più difficili da reperire sul mercato, come il magnesio e il
silicio necessari per la nostra produzione. Disponiamo perciò di un
cuscinetto di sicurezza per assicurare continuità di servizio ai
nostri clienti, anche a costo di una gestione meno efficiente di
magazzino e circolante.
D. La crisi vi spingerà a rivedere le catene di fornitura e la
distribuzione geografica degli impianti?
R. Noi produciamo dove vendiamo e questo ci ha sempre aiutato a
evitare problemi di fornitura, logistici e valutari. La crisi
porterà in ogni caso a un ripensamento delle catene di
approvvigionamento per ridurre pericolose dipendenze da pochi
Paesi. Grandissima parte dei semiconduttori arriva dall'Asia, in
particolare da Taiwan, Corea del Sud e Cina. Credo assisteremo nei
prossimi anni a un ribilanciamento geografico delle produzioni
strategiche che assicuri maggiore autonomia ai vari mercati.
D. Arriviamo alle sfide future: come stanno cambiando i freni
con l'avvento dell'elettrico e in previsione della guida
autonoma?
R. I nostri prodotti sono sempre meno metallici e sempre più
densi di elettronica e software. Di conseguenza, negli ultimi anni
abbiamo assunto sempre più ingegneri elettronici. Questa svolta ci
ha permesso di sviluppare in autonomia elettronica e software di
Sensify, l'ultimo prodotto lanciato sul mercato. È un freno
rivoluzionario intelligente, una soluzione d'avanguardia che
calibra la frenata sulla singola ruota, aumentando la sicurezza e
riducendo le emissioni.
D. Avete già i primi ordini? Costruttori emergenti come Tesla,
Rivian, Nio saranno vostri clienti?
R. Nel 2024 Sensify verrà applicato da un primo cliente. Le
richieste di questo prodotto stanno arrivando da tutti i
costruttori e soprattutto da quelli nuovi che si stanno affacciando
sul mercato con nuove tecnologie negli Stati Uniti e in Asia.
D. Oltre che con ricerca e sviluppo crescerete anche per
acquisizioni?
R. Questa trasformazione così violenta in atto costringe il
settore auto a reinventarsi per sopravvivere. Le aggregazioni sono
importanti perché la ricerca è sempre più estrema e dunque più
costosa: serve massa per sostenere gli investimenti necessari a
rimanere sul mercato. Noi vogliamo svolgere un ruolo aggregante
come dimostrano le due operazioni m&a concluse nel 2021 con
l'acquisto della danese Sbs e della spagnola J. Juan.
D. Valutate grandi m&a?
R. Non è questione di taglia, ma di valore aggiunto che la
società acquisita può offrire: cerchiamo competenze digitali e
nell'elettronica distintive e il cui sviluppo interno richiederebbe
troppo tempo. La dimensione è quindi quasi un dettaglio perché
finanziariamente non abbiamo grossi limiti.
D. A proposito di digitale. Brembo sarà partner tecnico per i
sistemi frenanti del videogioco Gran Turismo 7: marketing o c'è
dell'altro?
R. Il progetto con Gran Turismo ha duplice valenza. Da un lato,
ci consente di sfruttare le esperienze digitali per migliorare i
prodotti. Le prove su strada saranno sempre più affiancate da
quelle virtuali e quindi il mondo degli e-sport è una palestra in
più per sviluppare le nostre soluzioni. D'altro lato, gli e-sport
servono a catturare appassionati fra le nuove generazioni,
posizionando il marchio Brembo anche nelle competizioni
digitali.
D. Ma le gare reali come Formula 1 e MotoGp vi interessano
ancora?
R. Siamo tutti appassionati di competizioni sportive, sono una
palestra straordinaria per testare le soluzioni ideate dai nostri
tecnici e poi eventualmente commercializzarle. Sono ormai 47 anni
che siamo in questo mondo e intendiamo restarci.
D. Avete 7 centri r&s nel mondo, perché avete deciso di
aprire un Inspiration Lab nella Silicon Valley?
R. Pandemia permettendo, lo inaugureremo nei primi mesi del
2022. Attraverso Brembo Inspiration Lab potremo osservare da vicino
le frontiere dell'innovazione tecnologica esplorate dalle startup
ed eventualmente entrare nel capitale di quelle più promettenti.
Stiamo peraltro valutando di istituire un fondo di corporate
venture capital per organizzare gli investimenti nelle startup che
abbiamo già effettuato e che andremo a fare nei prossimi anni.
red
MF-DJ NEWS
2208:30 nov 2021
(END) Dow Jones Newswires
November 22, 2021 02:30 ET (07:30 GMT)
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