Casta Diva: la musica dei soldi (Mi.Fi)
March 20 2023 - 4:24AM
MF Dow Jones (Italian)
Da 20 anni a Milano, il Blue Note ha chiuso il 2022 con 4,1
milioni di ricavi, i più alti della sua storia. In borsa la
controllante Casta Diva nei 12 mesi è stata la star dell'Egm con un
rialzo del 141%.
Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che al britannico Ronnie
Scott, prima famoso sassofonista e poi imprenditore, è attribuita
questa frase diventata famosa nel tempo: «è abbastanza facile
arrivare un milione di sterline gestendo un jazz club, basta
partire con 2 milioni di sterline». La battuta spiega in maniera
efficace quanto sia da sempre considerato arduo fare soldi con i
locali che fanno musica, soprattutto se questa musica è il jazz.
C'è riuscito Andrea De Micheli, amministratore delegato di Casta
Diva, che nel marzo 2016 con un reverse take-over aveva fuso lo
storico locale Blue Note, che aveva aperto nel 2003 e aveva quotato
sull'Aim due anni prima. «Il piano originale prevedeva di non
tenere a lungo la gestione del Blue Note e di rivenderlo, ma ce ne
siamo innamorati velocemente, constatando che si trattava di
un'eccellenza non solo italiana ma internazionale, visto che a
Milano c'è l'unico locale d'Europa». Il problema? Casta Diva
ereditava un business di grande prestigio, ma anche una società con
pesanti ammortamenti a bilancio e chiudeva gli esercizi in forte
perdita. A distanza di sette anni, proprio nel periodo dei
festeggiamenti dei 20 anni di attività del Blue Note (il compleanno
è il 19 marzo), la società festeggia i risultati record della sua
storia, con un fatturato a 4,1 milioni, superiore ai dati
pre-pandemia, con una marginalità intorno al 7% e con ebitda
positivo. I numeri del Blue Note incidono poco sul bilancio della
controllante Casta Diva, che ha chiuso a sua volta il 2022 con i
migliori conti della sua storia a 82 milioni di ricavi, ma è un
segno del trend della società. Un trend che non è passato
inosservato agli investitori di Piazza Affari. Il titolo Casta Diva
negli ultimi 12 mesi è stato il secondo migliore di tutto il
listino (considerando la chiusura di giovedì 16 marzo) e il primo
tra quelli quotati all'Euronext Growth Milan (l'ex Aim) con una
performance del 141,29% a 0,748 euro.
Tornando al Blue Note, per portare il locale alla migliore
performance da 20 anni a questa parte, la ricetta ha comportato
scelte di business diverse tra loro. Dal punto di vista del
palinsesto, «l'obiettivo è stato cercare di rendere popolari anche
generi più difficili e per farlo abbiamo puntato su serate a tema e
non su singoli artisti», spiega De Micheli. Un esempio? Le serate
«Celebrate New Orleans» o quelle dedicate alla musica brasiliana.
La difficoltà della gestione di un locale come il Blue Note è che
in fondo ha tre anime: quella musicale artistica, quella legata
agli eventi e quella dedicata al food.
Il ristorante ad esempio era un problema, «con recensioni non
sempre positive e la scelta è stata cambiare tutto e affidarsi a
chef più esperti e i risultati oggi si vedono», aggiunge De
Micheli. La scelta più radicale ha riguardato i prezzi del secondo
concerto serale, che sono stati abbassati di 10 euro. «Ci eravamo
resi conto che al secondo spettacolo veniva meno gente e quindi
abbiamo istituito un nice price». Il risultato è che i maggiori
ingressi hanno compensato il prezzo più basso e generato più
ritorni dalle consumazioni. C'è infine un'altra leva che è stata
attivata ed è quella dell'utilizzo degli eventi Blue Note al di
fuori del locale (con il marchio Blue Note Off) e di quelli invece
nel locale, ma non attinenti alla musica. Nel 2022 ad esempio dei
57 eventi che si sono tenuti, più della metà riguardavano
appuntamenti aziendali, da Azimut, a D&G fino a Leonardo.
Il Blue Note Off invece sta valutando ora eventi a Cagliari o
sul Lago di Como. Ed ecco che un pezzo alla volta i ricavi sono
saliti sopra 4 milioni. Tutto questo mentre la controllante nel
2022 ha quasi quadruplicato i ricavi e ha fatto anche meglio sul
fronte della redditività. Oggi il business della produzione di
eventi rappresenta almeno tre quarti del fatturato dell'azienda «e
per fatturato dovremmo essere ormai la società leader in Italia nel
settore», spiega De Micheli. L'obiettivo ora è raggiungere la vetta
della classifica anche nella produzione tv. «Nel settore degli spot
oggi siamo il quarto o quinto operatore», commenta l'ad, «ma
abbiamo un paio di operazioni aperte con società di produzione che
se dovessero andare in porto potrebbero portarci alla leadership
anche in questo settore».
red
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March 20, 2023 04:09 ET (08:09 GMT)
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