Da 20 anni a Milano, il Blue Note ha chiuso il 2022 con 4,1 milioni di ricavi, i più alti della sua storia. In borsa la controllante Casta Diva nei 12 mesi è stata la star dell'Egm con un rialzo del 141%.

Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che al britannico Ronnie Scott, prima famoso sassofonista e poi imprenditore, è attribuita questa frase diventata famosa nel tempo: «è abbastanza facile arrivare un milione di sterline gestendo un jazz club, basta partire con 2 milioni di sterline». La battuta spiega in maniera efficace quanto sia da sempre considerato arduo fare soldi con i locali che fanno musica, soprattutto se questa musica è il jazz. C'è riuscito Andrea De Micheli, amministratore delegato di Casta Diva, che nel marzo 2016 con un reverse take-over aveva fuso lo storico locale Blue Note, che aveva aperto nel 2003 e aveva quotato sull'Aim due anni prima. «Il piano originale prevedeva di non tenere a lungo la gestione del Blue Note e di rivenderlo, ma ce ne siamo innamorati velocemente, constatando che si trattava di un'eccellenza non solo italiana ma internazionale, visto che a Milano c'è l'unico locale d'Europa». Il problema? Casta Diva ereditava un business di grande prestigio, ma anche una società con pesanti ammortamenti a bilancio e chiudeva gli esercizi in forte perdita. A distanza di sette anni, proprio nel periodo dei festeggiamenti dei 20 anni di attività del Blue Note (il compleanno è il 19 marzo), la società festeggia i risultati record della sua storia, con un fatturato a 4,1 milioni, superiore ai dati pre-pandemia, con una marginalità intorno al 7% e con ebitda positivo. I numeri del Blue Note incidono poco sul bilancio della controllante Casta Diva, che ha chiuso a sua volta il 2022 con i migliori conti della sua storia a 82 milioni di ricavi, ma è un segno del trend della società. Un trend che non è passato inosservato agli investitori di Piazza Affari. Il titolo Casta Diva negli ultimi 12 mesi è stato il secondo migliore di tutto il listino (considerando la chiusura di giovedì 16 marzo) e il primo tra quelli quotati all'Euronext Growth Milan (l'ex Aim) con una performance del 141,29% a 0,748 euro.

Tornando al Blue Note, per portare il locale alla migliore performance da 20 anni a questa parte, la ricetta ha comportato scelte di business diverse tra loro. Dal punto di vista del palinsesto, «l'obiettivo è stato cercare di rendere popolari anche generi più difficili e per farlo abbiamo puntato su serate a tema e non su singoli artisti», spiega De Micheli. Un esempio? Le serate «Celebrate New Orleans» o quelle dedicate alla musica brasiliana. La difficoltà della gestione di un locale come il Blue Note è che in fondo ha tre anime: quella musicale artistica, quella legata agli eventi e quella dedicata al food.

Il ristorante ad esempio era un problema, «con recensioni non sempre positive e la scelta è stata cambiare tutto e affidarsi a chef più esperti e i risultati oggi si vedono», aggiunge De Micheli. La scelta più radicale ha riguardato i prezzi del secondo concerto serale, che sono stati abbassati di 10 euro. «Ci eravamo resi conto che al secondo spettacolo veniva meno gente e quindi abbiamo istituito un nice price». Il risultato è che i maggiori ingressi hanno compensato il prezzo più basso e generato più ritorni dalle consumazioni. C'è infine un'altra leva che è stata attivata ed è quella dell'utilizzo degli eventi Blue Note al di fuori del locale (con il marchio Blue Note Off) e di quelli invece nel locale, ma non attinenti alla musica. Nel 2022 ad esempio dei 57 eventi che si sono tenuti, più della metà riguardavano appuntamenti aziendali, da Azimut, a D&G fino a Leonardo.

Il Blue Note Off invece sta valutando ora eventi a Cagliari o sul Lago di Como. Ed ecco che un pezzo alla volta i ricavi sono saliti sopra 4 milioni. Tutto questo mentre la controllante nel 2022 ha quasi quadruplicato i ricavi e ha fatto anche meglio sul fronte della redditività. Oggi il business della produzione di eventi rappresenta almeno tre quarti del fatturato dell'azienda «e per fatturato dovremmo essere ormai la società leader in Italia nel settore», spiega De Micheli. L'obiettivo ora è raggiungere la vetta della classifica anche nella produzione tv. «Nel settore degli spot oggi siamo il quarto o quinto operatore», commenta l'ad, «ma abbiamo un paio di operazioni aperte con società di produzione che se dovessero andare in porto potrebbero portarci alla leadership anche in questo settore».

red

 

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March 20, 2023 04:09 ET (08:09 GMT)

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