Pir: quelli alternativi oltre 2,4 mld (MF)
January 12 2023 - 3:15AM
MF Dow Jones (Italian)
La proroga del bonus quotazione per le pmi e le dimensioni
ancora ridotte del mercato, assieme alla opportunità offerte nel
2023 dagli obiettivi di spesa del Pnrr che coinvolgeranno gioco
forza le piccole e medie imprese, possono fungere da volano per lo
sviluppo del mercato dei Pir alternativi. Anche in un 2022
caratterizzato da perdite importanti per la raccolta netta, scrive
MF-Milano Finanza, ha dimostrato di saper reggere l'urto con flussi
netti positivi per 14,5 milioni nel terzo trimestre e una raccolta
netta totale nei nove mesi di 250,7 milioni.
La fotografia emerge dall'ultimo Pir Monitor di Equita. "Lo
strumento ha registrato una raccolta resiliente nel 2022 nonostante
le turbolenze dei mercati e alcune complessità sul lato reti. Ma
guardando la percentuale di asset allocati a questa asset class, le
potenzialità sono ancora molto significative", spiega Luigi De
Bellis, co-responsabile dell'Ufficio studi di Equita. Se i piani
individuali di risparmio ordinari pesano per quasi il 2% sul totale
degli asset in gestione (1,62% nel terzo trimestre 2022), la quota
degli alternativi è ancora pari allo 0,13% (dati Assogestioni).
L'analisi di Equita va però oltre i numeri di Assogestioni che
calcola asset in pancia per 1,4 miliardi. Prendendo in
considerazione anche altri fondi attori del mercato come Azimut con
731 milioni e una quota del 29.7% (seconda dietro Intesa); Credem
Private Equity con 124 milioni, Amundi con 104, la stessa Equita
Capital Sgr con 61 milioni, l'ammontare degli asset supera i 2,45
miliardi. "Abbiamo tutti gli elementi di un mercato che sta
partendo", aggiunge ancora De Bellis. Equita quindi, conferma, le
aspettative che i Pir alternativi possano raggiungere 10-15
miliardi di asset in gestione nei prossimi tre-cinque anni dagli
attuali 2,46 miliardi. La raccolta netta per i Pir ordinari tra il
2023 e il 2025 dovrebbe invece attestarsi a 1,5 miliardi, di cui
500 milioni quest' anno dopo i deflussi netti per lo stesso
ammontare che si dovrebbero registrare con i dati finali sul
2022.
Alcuni accorgimenti sarebbero necessari per sostenere il
settore. "Riteniamo i Pir alternativi uno strumento efficiente per
fornire sostegno di capitale alle pmi sia private sia pubbliche,
permettono di diversificare e danno, anche alle quotate più
piccole, un orizzonte di medio e lungo termine per dimostrare le
potenzialità. Perciò un rinnovo, per il 2023, del credito d'imposta
per coprire le perdite potenziali o un diverso tipo di credito,
rimasto fuori dalla manovra, sosterrebbe il successo del prodotto",
aggiunge De Bellis, "gli investitori retail apprezzeranno, più che
in passato, un incentivo dopo un 2022 molto negativo per i mercati.
Inoltre, le complessità operative per il collocamento di questi
fondi sono state ormai risolte dalle reti bancarie e quindi la loro
azione potrebbe essere molto più efficace rispetto agli anni
precedenti".
Per Equita sarebbe poi auspicabile eliminare l'unicità dei Pir
ordinari come già accade per gli alternativi, permettendo a
ciascuna persona fisica residente in Italia di essere titolare di
più di un piano di risparmio a lungo termine in contemporanea,
oltre a rendere strutturali gli incentivi per le ipo delle pmi.
Altro nodo: le pmi italiane quotate hanno registrato un forte
de-rating nel 2022, e trattano su valutazioni particolarmente
attraenti, nella parte bassa del range storico. L'interesse è stato
certificato dalle numerose operazioni di delisting negli ultimi
mesi.
red
fine
MF-DJ NEWS
1208:59 gen 2023
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January 12, 2023 03:00 ET (08:00 GMT)
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