Transizione: usare meno e più a lungo, obiettivo circolarità (CorSera)
November 13 2023 - 3:53AM
MF Dow Jones (Italian)
MILANO (MF-NW)--C'è un buco nel percorso di transizione
ecologica, che si allarga sempre di più. E' il divario di
circolarità nell'economia globale, che mette a repentaglio
l'obiettivo climatico di emissioni zero al 2050 e l'equilibrio
ambientale del pianeta. Solo una quota minima dei materiali vergini
consumati ogni anno, infatti, rientra in circolo sotto forma di
materiali riciclati.
L'edizione 2023 del Circularity Gap Report, si legge su
L'Economia del Corriere della Sera, quantifica questa quota nel
7,2%, in calo rispetto all'8,6% del 2020 e al 9,1% del 2019. Lo
studio di Circle Economy, organizzazione no profit fondata nel 2012
ad Amsterdam, basa i suoi calcoli sui nove limiti planetari da non
superare per garantire le condizioni adatte alla sopravvivenza
della specie umana sulla Terra. Di questi limiti - illustrati nel
2009 su Nature da un gruppo di scienziati guidati da Johan
Rockström - ne sono stati superati già cinque, esercitando
un'immensa pressione sugli ecosistemi, sia sugli oceani che sulla
terra e sull'atmosfera.
L'economia globale, secondo lo studio, consuma circa 100
miliardi di tonnellate di materiali all'anno e si prevede che entro
il 2050 l'estrazione e il loro uso raddoppierà rispetto ai livelli
del 2015. Ma come mai, nonostante si parli sempre più di economia
circolare, continuiamo a restare ancorati a un sistema lineare, cui
tendiamo sempre più? "Chiaramente l'aumento esponenziale
dell'estrazione gioca un ruolo importante. La grande maggioranza di
questi materiali va persa, cioè non viene riciclata, ma c'è un
enorme potenziale per aumentarne la circolarità in futuro",
sostiene Matthew Fraser, responsabile della ricerca di Circle
Economy. Se l'economia fosse circolare, il destino del pianeta e
dell'umanità cambierebbero sensibilmente. In particolare,
l'estrazione di materiali vergini potrebbe diminuire di oltre un
terzo (34%) e in questo modo le emissioni di gas serra potrebbero
essere ridotte abbastanza da contenere il surriscaldamento del
clima entro il limite dei 2 gradi Celsius.
Per il Circularity Gap Report 2023 sono quattro i settori
responsabili della maggior parte delle emissioni e dei rifiuti
globali: l'edilizia, il sistema alimentare, i trasporti e la
produzione di beni di consumo. "La metà degli edifici che saranno
in piedi nel 2050 non sono ancora stati costruiti e l'equivalente
della città di Parigi viene edificato sul nostro suolo ogni cinque
giorni. Questo ci dà un'incredibile opportunità di pensare alle
infrastrutture in modo che siano al servizio di un sistema
circolare e non di un'economia lineare", ha spiegato Fraser alla
presentazione del rapporto.
L'edilizia è in effetti responsabile di oltre un terzo delle
emissioni globali di gas serra e la sola produzione di cemento
contribuisce al 7% della CO2 rilasciata in atmosfera. Il sistema
alimentare, che occupa oggi circa la metà della superficie
abitabile del pianeta, è a sua volta responsabile di un terzo delle
emissioni globali di gas serra, di cui l'8-10% è legato alla
produzione di cibo perso e sprecato. La mobilità è tra le cause
principali della crisi climatica e dell'acidificazione degli
oceani, responsabile di circa il 25% delle emissioni di gas serra a
livello globale. I beni di consumo implicano, infine, processi
industriali ad alta intensità di energia e di materiali: il
rapporto stima che oltre un quarto della produzione globale di
rifiuti solidi sia costituito da quelli industriali. Fra gli altri,
il consumo di tessili è uno di quelli più in crescita: negli ultimi
vent'anni la produzione è raddoppiata. Il consumatore medio
acquista molti più vestiti, ma ogni capo di abbigliamento viene
conservato per la metà del tempo rispetto a due decenni fa.
C'è poi tutto il capitolo relativo alla plastica. La sua
produzione è passata da 2 milioni di tonnellate nel 1950 a 360
milioni nel 2019 e l'inquinamento da plastica cresce senza sosta.
Come invertire la rotta? Le pratiche per una transizione agevole
verso un'economia circolare sono a portata di mano, secondo il
rapporto, basterebbe servirsene. Dall'aumento dell'efficienza
energetica degli edifici alla riconversione del patrimonio edilizio
esistente, dalla transizione verso un sistema agricolo sostenibile
e attento alla salute dei terreni alla costruzione di un sistema
alimentare che includa la riduzione degli sprechi, con il
miglioramento della gestione del trasporto e dello stoccaggio.
Dalla mobilità dolce agli investimenti in trasporti pubblici e
veicoli elettrici, dalle pratiche della moda sostenibile ad un
prolungamento della vita degli oggetti.
In sintesi, si conferma che non è possibile raggiungere la
circolarità solo con il riciclo e si punta sull'adozione di quattro
principi chiave: usare meno, usare più a lungo, usare di nuovo e
rigenerare. Grazie a una maggiore circolarità, i bisogni
fondamentali della società, come l'alimentazione e la casa,
potrebbero essere soddisfatti con appena il 70% dei materiali che
l'economia mondiale consuma attualmente e riducendo l'estrazione
del 30% migliorerebbe enormemente la salute dell'ambiente. La
chiave di questa riduzione starebbe in primo luogo nella
transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili di
energia e nella riduzione della domanda di minerali ad alto volume,
come la sabbia e la ghiaia, che sono in gran parte utilizzati per
le abitazioni e le infrastrutture, rinnovando i vecchi edifici e le
infrastrutture invece di costruirne di nuovi.
cos
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November 13, 2023 03:38 ET (08:38 GMT)
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