Danieli: 40 milioni per nuovo stabilimento in Iran (fonti)
May 30 2017 - 12:14PM
MF Dow Jones (Italian)
Non si fermano i progetti di sviluppo del gruppo Danieli
all'estero. Nemmeno nei mercati più ostici. Dopo aver inaugurato
una fabbrica in India con un investimento da circa 70 milioni di
euro, alcune settimane fa la multinazionale di Buttrio attiva nel
settore dell'acciaio, ha inaugurato un nuovo stabilimento in Iran.
Secondo fonti interpellate da MF-Dow Jones, l'investimento
sostenuto è stato di 40 milioni di euro.
Danieli Persia, così si chiama l'impianto, è stato inaugurato
nella provincia di Alborz alla presenza del ministro dell'industria
mineraria e del commercio Mohammad Reza Nematzadeh e del capo
dell'Organizzazione iraniana per le miniere e l'industria mineraria
per lo sviluppo e la ristrutturazione, Mehdi Karbasian.
Lo stabilimento servirà a produrre macchinari per la lavorazione
dell'acciaio e, per il momento, servirà soltanto il mercato
iraniano. In questo modo, producendo in loco, Danieli risparmierà i
costi di trasporto e spedizione e si avvantaggerà anche del costo
più basso dell'energia.
Già a gennaio 2016, in occasione della visita in Italia del
presidente iraniano Rohuani, il gruppo siderurgico Danieli & C.
firmava accordi per 5,7 miliardi di euro finalizzati a una
joint-venture e alla fornitura di impianti da installare in Iran.
Un mercato che la società continua a presidiare nonstante il quadro
geo-politico complesso.
Di recente la multinazionale friulana guidata dal ceo Gianpietro
Benedetti, ha messo a segno un colpo in un mercato ancor più
strategico: la Cina. Dopo una gara durata un anno e mezzo la
società si è aggiudicata una commessa per la costruzione di un
impianto di colata e laminazione atto a produrre fino a 2,1 milioni
di tonnellate annue di bobine laminate a caldo: in pratica nastro
d'acciaio utilizzato nelle carrozzerie delle auto e nei
frigoriferi. Il committente è una vecchia conoscenza di Danieli: si
tratta del colosso Shougang Jingtang United Iron & Steel Co che
ha investito 300 milioni di dollari per rinnovare lo stabilimento
nella zona industriale di Caofeidian (Tangshan City, Hebei
Province.
Progetti e commesse che danno un po' di respiro mentre il gruppo
si confronta con il cosiddetto "new normal", la nuova normalità
economica che mette in difficoltà tutti i produttori di acciaio.
Nel primo semestre dell'esercizio 2016/2017 è calato del 14% (da
45,2 a 39 milioni di euro) l'utile netto del gruppo. Praticamente
stabili i ricavi, mentre è calato del 14% (da 108,4 a 93,6 milioni)
il margine operativo lordo normalizzato ed è crollata del 76% (da
55,4 a 13,3) la reddività operativa (Ebit) "per effetto di alcuni
stanziamenti una tantum tra cui la svalutazione dei certificati
energetici relativi ad alcuni progetti prima accolti ma
successivamente rigettati dall'Ente regolatore nel settore steel
making", spiegava la società. Stabile, positiva e solida la
posizione finanziaria (da 908 a 910 milioni) mentre è in calo
(-15%) il portafoglio ordini. Per il cda al momento si prevedono
risultati a fine esercizio in linea con le previsioni di inizio
anno.
cce
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May 30, 2017 11:59 ET (15:59 GMT)
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