Eni: separa la cedola dal barile (MF)
February 28 2023 - 2:57AM
MF Dow Jones (Italian)
C'è un aspetto della nuova politica del dividendo Eni che forse
è passato sottotraccia, vista la tanta carne messa al fuoco col
piano strategico 2023-2026, presentato al mercato il 23 febbraio.
Ma per il Cane a sei zampe e i suoi azionisti rappresenta invece un
grande cambiamento, all'insegna della semplificazione.
In poche parole, scrive MF-Milano Finanza, il gruppo guidato
dall'ad Claudio Descalzi ha deciso che la cedola non verrà più
indicizzata al barile ma sarà basata su un payout, in pratica sarà
alimentata da una percentuale tra il 25 e il 30% del flusso di
cassa operativo, in combinazione col nuovo programma di buyback da
2,2 miliardi di euro. Per il 2023 a ogni azionista andranno 0,94
euro per azione, in aumento del 7% sul 2022 (0,88 euro per azione),
e pari a uno yield del 7%, che sale all'11% includendo il
riacquisto di azioni proprie. Altro aspetto importante: il
dividendo non può scendere. La flessibilità racchiusa in quella
forchetta del 25-30% della cassa potrà semmai incidere
sull'ammontare del buyback, ma senza toccare la cedola. Questa
formula spazza via la precedente, che era stata adottata a luglio
2020 in piena pandemia Covid, mentre le altre big oil avevano
semplicemente tagliato la remunerazione dei soci senza però dare
visibilità alla dividend policy. Il gruppo guidato dall'ad Descalzi
aveva adottato un meccanismo che prevedeva un dividendo minimo di
36 centesimi di euro, crescente in funzione delle quotazioni del
Brent, spiegando al mercato che, con un barile tra 45 e 60 dollari,
ogni 5 dollari di aumento avrebbero incrementato di 900 milioni il
flusso di cassa.
Nelle intenzioni del management l'obiettivo era compensare la
volatilità del mercato con una strategia che potesse dare certezze
agli azionisti, traducendo i rialzi del greggio in rialzi della
cedola. All'aumento del dividendo da 0,86 a 0,88 euro riconosciuto
sull'esercizio 2022, infatti, si era arrivati proprio sulla base
del prezzo di riferimento del Brent tra 80 e 90 dollari al barile.
Il cambio di passo annunciato al Capital Market Day 2023 non è
dovuto solo alla complessità della dividend policy precedente
bensì, come Eni sta spiegando in questi giorni di roadshow, al
fatto che i flussi operativi oggi sono alimentati in misura
crescente da altri business. Il contributo dei settori Ggp (Global
Gas & Lng Portfolio) e R&M (Refining & Marketing), per
esempio, è passato dal 4% del 2021 al 20% del 2022. In particolare
R&M nello scorso esercizio ha registrato il risultato operativo
più alto di sempre, a 2,2 miliardi di euro. Continuare a legare la
politica dei dividendi ai soli prezzi Brent sarebbe limitante, è il
ragionamento, e non rispecchierebbe l'evoluzione di Eni. Quanto al
nuovo programma di buyback, potrà partire subito dopo il via libera
dell'assemblea degli azionisti, a maggio. Nel migliore degli
scenari Eni ha la possibilità di aumentarlo fino a un massimo
complessivo di 3,5 miliardi di euro.
alu
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2808:41 feb 2023
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February 28, 2023 02:42 ET (07:42 GMT)
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