Eni: cerca la pace in Nigeria (MF)
April 21 2023 - 3:17AM
MF Dow Jones (Italian)
Con Libia e Venezuela, la Nigeria è tra i Paesi più problematici
per l'Eni. I sabotaggi agli oleodotti, anche a colpi di esplosivi,
hanno segnato il record nel 2022, raddoppiando rispetto al 2021. La
situazione è tale che il Cane a sei zampe ha deciso di applicare il
Conflict Analysis Tool, strumento che analizza le cause dei
conflitti provando a individuare possibili azioni di mitigazione da
parte della stessa società.
C'è poi la questione dei costi di sviluppo dei progetti oil
& gas che Eni anticipa (611 milioni di euro l'esposizione
creditizia a fine 2022) e poi deve riscuotere dalla compagnia
energetica nazionale Nnpc e i partner locali secondo la formula
cash call: un'operazione che non sempre scorre liscia.
Se a questo si aggiunge il procedimento arbitrale miliardario
per la mancata conversione in licenza di sviluppo del permesso
esplorativo Opl 245, si capisce perché ciclicamente circolino voci
su una possibile uscita di Eni dalla Nigeria. L'ipotesi però non
sembra essere nei piani dell'ad Claudio Descalzi (riconfermato al
quarto mandato). Eni nel 2022 ha ceduto solo la licenza Oml 11, e
anche se la Nigeria non è tra i Paesi chiave del cosiddetto Piano
Mattei per aumentare le forniture di gas all'Italia, gli
investimenti e i progetti non si sono fermati.
Adesso segnali di pace starebbero arrivando proprio su Opl 245.
Per riepilogare la vicenda, la licenza esplorativa è stata oggetto
di un lungo processo che ha visto il Cane a sei zampe, il partner
Shell e i rispettivi manager assolti con formula piena da ogni
accusa di corruzione internazionale il 17 marzo 2021, dopo un iter
giudiziario lungo ben otto anni.
All'Icsid di Washington, il centro della Banca Mondiale per le
dispute internazionali sugli investimenti, si è arrivati per
l'arbitrato chiesto proprio da Eni il 14 settembre 2019 contro la
Nigeria. Eni e Shell, partner nel progetto, non vogliono perdere i
2,5 miliardi di dollari investiti finora.
Il risarcimento, secondo i legali del Cane a sei zampe,
riconosce il fair value. "Eni ritiene di avere delle solide
argomentazioni a tutela delle proprie pretese, e su questa base ha
confermato il valore di libro dell'asset. Tale tenuta è confermata
anche nella stima del valore recuperabile nella prospettiva di
utilizzo economico". Ora la possibile schiarita: stando a quanto
riporta Bloomberg, il procuratore generale Abubakar Malami ha
scritto al presidente nigeriano Muhammadu Buhari, sottolineando che
i ritardi nello sviluppo del blocco hanno avuto "conseguenze
economiche negative" per il Paese, e che sarebbe meglio fermare il
braccio di ferro in modo che la Nigeria, il più grande produttore
di greggio dell'Africa, possa beneficiare della ripresa delle
attività.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l'arbitrato
all'Icsid riprenderà il 26 maggio, col deposito di ulteriore
documentazione da parte sia di Eni sia della controparte nigeriana.
Le eventuali, reciproche osservazioni di risposta potranno essere
depositate il 4 agosto 2023, "dopo aver presentato una richiesta
motivata e aver ottenuto l'autorizzazione dal Tribunale". Tempi che
si allungano insomma, e che lascerebbero spazio a un accordo
stragiudiziale. Intanto Eni e Spp, il più grande fornitore di
energia della Slovacchia, hanno firmato una bozza di accordo per la
cooperazione commerciale nei settori gas e Gnl, per diversificare
le forniture di gas slovacche. La firma è avvenuta a margine della
visita di Stato del presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella.
red
fine
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2109:02 apr 2023
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