"Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro 4 milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli. Molti sono già partiti lunedì, anche se questo nella comunicazione si è un po' perso. Ne rimangono due milioni e 700 mila, più la pubblica amministrazione. E una base per poter fare una riapertura progressiva e completa. Sarà un test importante. Dipenderà dai buoni comportamenti. Un'apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema".

Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, Vittorio Colao, il capo della task force che si occupa di definire le modalità di avvio della fase della ripartenza dell'Italia dopo il lockdown imposto dall'emergenza coronavirus. "Abbiamo raccomandato tre precondizioni che vanno monitorate. La prima: il controllo giornaliero dell'andamento dell'epidemia. La seconda: la tenuta del sistema ospedaliero, non solo le terapie intensive, anche i posti-letto Covid. La terza: la disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di protezione. A queste condizioni si può riaprire", spiega Colao sottolineando che se l'epidemia ripartirà "l'approccio non dovrà essere nazionale e neppure regionale, ma microgeografico: occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile. Abbiamo indicato al governo un processo. L'importante è che le misure siano tempestive; nella speranza che non siano necessarie".

Quanto al fatto che si potrebbero differenziare le regole a seconda delle Regioni "io ho mezza famiglia a Catanzaro e mezza a Brescia. I numeri dell'epidemia sono molto distanti; nel lungo termine non li si può gestire allo stesso modo. Dovremo rispondere diversamente, per non penalizzare le zone che hanno meno casi. L'importante è che l'Italia si doti di un sistema per condividere le informazioni. La trasparenza sarà fondamentale. Se tanti lombardi e piemontesi vanno in Liguria, ogni Regione guarderà i suoi numeri, ma il ministero della Sanità dovrà guardare alle interrelazioni, per capire se il movimento crea focolai. Lo stesso vale per il corridoio di trasporto tra Lazio e Toscana. I numeri ci diranno quando potremo proseguire con le riaperture, minimizzando il danno economico e massimizzando la sicurezza", assicura Colao precisando che "gli italiani devono abituarsi a convivere con il problema".

"Molte imprese si stanno attrezzando per inserire i test nelle loro procedure di sicurezza interne; il Comitato tecnicoscientifico individuerà quello più affidabile. A livello individuale abbiamo l'App, a livello di grandi numeri lo screening. L'App - conclude - potrà servire se arriva in fretta, e se la scarica la grande maggioranza degli italiani. E' importante lanciarla entro la fine di maggio; se quest'estate l'avremo tutti o quasi, bene; altrimenti servirà a poco".

alu

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MF-DJ NEWS

2908:14 apr 2020

 

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