Landi Renzo ha realizzato nel primo trimestre dell'anno un risultato netto pari a -1,2 milioni, in miglioramento rispetto a una perdita pari a 3 milioni al 31 marzo 2017.

Il fatturato consolidato, informa una nota, è pari a 42 milioni, rispetto ai 46,8 milioni del 31 marzo 2017. A parità di perimetro (settore automotive) rispetto allo stesso periodo del 2017 il fatturato cresce del 2,9%.

L'Ebitda adjusted, in aumento del 144,1% e pari a 5,4 milioni (2,1 milioni al 31 marzo 2017), si attesta al 12,8% dei ricavi. L'Ebit adj è pari a 2,7 milioni (negativo per 1,8 milioni al 31 marzo 2017) e Ebit a 1,9 milioni (-2,3 milioni al 31 marzo 2017). La posizione finanziaria netta è negativa per 53,8 milioni di euro (negativa per 49 milioni al 31 dicembre 2017 e per 69,9 milioni al 31 marzo 2017). Chiuso in gennaio l'accordo sindacale e quasi completato il turnaround industriale, avviato il lancio dell'attività tecnica e commerciale sul segmento Heavy Duty.

"In questi primi mesi dell'anno siamo ripartiti con forza dal potenziamento del nostro core business, l'attività nel settore automotive, per diventare un player globale, pur mantenendo solide radici nel nostro territorio", ha commentato Stefano Landi, presidente di Landi Renzo. "Stiamo lavorando con determinazione per continuare a sviluppare il nostro business con la massima attenzione all'eccellenza dei servizi, in un contesto di mercato che continua ad essere sfidante".

Cristiano Musi, a.d. della società, ha dichiarato: "Siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato portato avanti in questi ultimi mesi, con l'implementazione delle politiche di performance improvement previste nel piano strategico 2018-2022. I risultati raggiunti in questo primo trimestre riflettono il ritorno alla focalizzazione del gruppo sul core business ed i primi effetti del lavoro di riorganizzazione avviato nel 2017, come si evince dalla struttura dei costi fissi passati dal 25 al 19% circa e previsti in ulteriore riduzione attorno al 18,5% nel secondo trimestre. Completato l'accordo sindacale a gennaio e avviata la riorganizzaizone del footprint produttivo, che verrà conclusa entro fine maggio, siamo ripartiti con forza dal potenziamento del nostro core business, l'attività nel settore automotive, per diventare un player leader a livello globale, sia sul segmento passenger car che Heavy Duty, dove stiamo trovando grande interesse sul mercato, forti di un brand riconosciuto e di rapporti consolidati con i principali OEM globali", prosegue.

"Stiamo inoltre lavorando al miglioramento continuo delle soluzioni proposte al mercato, sia per il canale OEM che nell'After Market. Le nuove normative sulle emissioni inquinanti a livello europeo, favoriranno alimentazioni alternative del parco circolante, rappresentando per noi un'opportunità che sicuramente sapremo mettere a frutto, anche nel segmento Heavy Duty. Anche l'integrazione SAFE-CEC sta procedendo come da piano: il primo trimestre si è concentrato sulla riorganizzazione, ma ora abbiamo un portafoglio ordini che copre oltre il 60% del budget, molte negoziazioni allo stato finale e siamo convinti di poter raggiungere tutte le sinergie previste. Riteniamo inoltre che l'operazione completata da Clean Energy Fuels (azionista al 49% di Safe-Cec) e Total, che ha previsto l'acquisizione da parte di Total del 25% delle azioni di Clean Energy Fuels ed un piano di sviluppo del gas naturale per il transporto negli Stati Uniti, potrà impattare positivamente anche sul business di Safe-Cec, sia negli Stati Uniti che in Europa", conclude Musi.

com/cce

 

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May 14, 2018 10:57 ET (14:57 GMT)

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