I grandi soci di Rcs provano a stringere i tempi sulla partita che porterà al rinnovo del Cda del gruppo in occasione dell'assemblea e già entro il prossimo fine settimana potrebbero trovare un'intesa di massima su una lista ampiamente condivisa, in anticipo sulla deadline del 29 marzo.

E' quanto ha appreso MF DowJones da alcune fonti a conoscenza del dossier, secondo le quali Fca - forte di un 16,7% che ne fa oggi il principale azionista- potrebbe ormai contare sull'appoggio di diversi fondi d'investimento (in particolare Invesco, a cui fa capo una quota dell'8%) e apprestarsi quindi a chiudere la partita in assemblea potendo contare con ogni probabilità anche sulle quote di Pirelli & C. (4,4%) e di UnipolSai (4,6%).

Anche il 6,2% di Mediobanca potrebbe rimpolpare questo schieramento. Alberto Nagel ha ricordato poche settimane fa che pur essendo Piazzetta Cuccia avviata verso l'uscita da Rcs, questa difficilmente avverrà prima dell'assemblea, visto che il titolo è distante dai valori di carico. Nagel ha auspicato la creazione di una lista condivisa che si è detto pronto ad appoggiare.

A restare all'opposizione ci sarebbe Urbano Cairo (3%), alla ricerca di alleanze per creare un fronte di dissenso condiviso. Ad abbracciarne la causa potrebbero schierarsi gli eredi di Giuseppe Rotelli (2,7%), mentre più incerta appare al momento la posizione di Intesa Sanpaolo. Il Presidente del CdS, Giovanni Bazoli, ha più volte criticato la gestione Pietro Scott Jovane. L'a.d. Carlo Messina ha recentemente sottolineato di voler preservare il proprio ruolo di creditore, prima di quello d'azionista. Una dichiarazione che è stata letta come un endorsement dell'attuale a.d. di Rcs, intenzionato a cedere la Libri per fare cassa e ripianare quindi parte dell'esposizione del gruppo.

Sullo sfondo, resta da chiarire cosa farà Diego Della Valle, che gioca a carte coperte. Secondo diversi osservatori, il patron di Tod's si starebbe rendendo conto che la bilancia inizia a pendere verso John Elkann e sarebbe poco disposto a schierarsi all'opposizione. Potrebbe invece optare per un disgelo nei rapporti col presidente di Fca e puntare così a un ruolo maggiormente rilevante in Consiglio, forte della sua partecipazione del 7,32%.

Per quanto riguarda le figure apicali destinate a guidare il gruppo nel prossimo triennio, per il ruolo operativo si va verso una riconferma dell'attuale a.d., Pietro Scott Jovane, mentre per la Presidenza sarebbe al momento nettamente favorito l'ex numero uno di Mondadori, Maurizio Costa.

La lunga militanza nel gruppo di Segrate non sembra preoccupare i grandi soci di Rcs, che vedrebbero in Costa una figura di garanzia e indipendenza, oltre che di riconosciuta esperienza in ambito editoriale, benché il prossimo Cda sarà chiamato ad affrontare la possibile cessione di Rcs Libri proprio a Mondadori.

Il nome di Luca Garavoglia, circolato negli ultimi giorni, non avrebbe invece chance di essere alternativo a Costa per la presidenza se, come sembra, passerà la linea del 'listone' condiviso tra i grandi soci. Il motivo dell'accantonamento sarebbe l'eccessiva vicinanza a John Elkann. Garavoglia, secondo quanto si apprende, farà comunque parte della prossima lista di maggioranza per il nuovo Cda come consigliere, bissando l'attuale mandato.

Altro nome papabile per la presidenza, nel caso in cui gli azionisti di peso di Rcs si orientassero verso una 'quota rosa' è quello di Teresa Cremisi. La manager siede già nel board, dove ha debuttato nel maggio dello scorso anno sostituendo il dimissionario Carlo Pesenti. Cremisi può vantare un solido know how nel mondo editoriale, avendo guidato a lungo Flammarion quando quest'ultima era nel perimetro di Rcs, ruolo mantenuto anche in seguito, dopo la cessione a Gallimard avvenuta nel 2012. Come outsider spunta poi il nome dell'ex Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, in pensione dal febbraio scorso.

ofb

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