Non sono molti coloro che nel mondo dell'imprenditoria italiana hanno saputo coniugare l'impegno nella propria azienda con quello istituzionale. Tra questi figura senz'altro Alberto Bombassei, l'industriale bergamasco che, dopo avere trasformato l'impresa di famiglia -Brembo- in un colosso dei sistemi frenanti a livello mondiale, ha svolto per anni un importante ruolo istituzionale. Sia come vicepresidente di Confindustria con delega per le relazioni industriali sia come parlamentare sotto le bandiere di Scelta Civica, creatura politica di Mario Monti. Prima di tornare esclusivamente all'attività d'imprenditore.

Domanda. Cosa pensa del nuovo esecutivo che potrebbe essere guidato da una personalità d'altissimo profilo come Mario Draghi?

Risposta. La crisi di governo è stato uno spettacolo sconfortante che il Presidente della Repubblica ha giustamente deciso d'interrompere. Per quanto riguarda il professor Draghi, mai come oggi la reputazione, il prestigio e la competenza sono vitali per garantire al Paese di ottenere e gestire le risorse del Next Generation EU. Dobbiamo ringraziarlo per essersi reso disponibile. Come dobbiamo dire grazie a Mattarella che è l'unico cui intestare il merito di questa brillante soluzione alla crisi. Speriamo che i partiti non facciano altri danni ponendo vincoli e veti all'azione del futuro esecutivo.

D. Da quest'anno Fca non esiste più. Come giudica l'operazione Stellantis?

R. Ha molto senso. È la più grande integrazione di volumi che il mercato dell'auto abbia visto nella sua storia. Crea il quarto produttore mondiale, con oltre 8 milioni di veicoli e una scuderia di marchi invidiabile. Naturale che per guidarla si sia scelto il manager migliore a disposizione, in questo caso Carlos Tavares. Dal punto di vista della copertura geografica, Stellantis dovrà correre nel guadagnarsi un posto al sole in Cina, dove oggi non brilla per volumi, e che è già oggi e per i prossimi decenni sarà il più grande mercato al mondo.

D. Nel 2021 ci saranno altre operazioni d'M&A? Tesla, di cui da sempre siete fornitori, potrebbe costruire nuove alleanze?

R. Oggi sono meno di dieci i grandi gruppi mondiali dell'automotive. Forse uno spazio per ulteriori integrazioni esiste ancora nel segmento premium europeo e in Cina. Tesla potrebbe entrare nel gioco delle alleanze ma va detto che da sola oggi, con mezzo di milione di vetture prodotte nel 2021, vale ben oltre la metà della capitalizzazione di tutte le altre big del settore, che in un anno normale producono circa 90 milioni di veicoli. È evidente come il mercato stia scommettendo sulla società di Elon Musk.

D. La crescita dimensionale dei colossi auto che impatto avrà sulla componentistica?

R. L'80% del valore di ogni veicolo è costituito da componenti che i costruttori acquistano e integrano nei modelli. Normale che i player più grandi si intendano più facilmente con fornitori di componenti con presenza globale. In futuro mi aspetto che i costruttori di veicoli cinesi imbocchino la via dell'export, e con loro anche i componentisti che si saranno nel frattempo rafforzati grazie alla dimensione del loro mercato domestico. In sintesi: il gioco si farà ancora più duro. In questo quadro le tre leve competitive saranno ancor più di oggi persone di eccellenza, ricerca e innovazione di prodotto e processo efficace e veloce.

D. Opportunità e sfide per l'industria italiana?

R. L'operazione Stellantis è un caso da manuale. Già oggi oltre l'80% dei volumi prodotti dall'ex Fca seguiva le logiche mondiali dei mercati e non era radicato in Italia. Con la nascita di Stellantis la produzione italiana rappresenta circa il 10% dei volumi totali del neonato gruppo. Questo numero è un bagno di verità necessario per capire come creare opportunità in una situazione che se mal compresa diventa un rischio letale per la filiera. Un gruppo multinazionale sceglie di investire in un Paese per le condizioni totali che questo offre: dimensione del mercato, eccellenza del contesto dei fornitori, facilità di fare business, certezza di regole. Nel nostro Paese abbiamo molte imprese eccellenti ma che faticano ad avere taglia adeguata al nuovo contesto. Inoltre non nascondo il fatto che abbiamo bisogno di imprenditori che vogliano rischiare di più e avere il mondo come obiettivo e che vedano la crescita anche con alleanze in modo positivo.

D. Quali saranno le conseguenze dell'elettrificazione per la filiera italiana?

R. L'elettrificazione è un fattore significativo di cambiamento, visto che un buon terzo degli occupati nel settore oggi dipende dai motori endotermici. Ma non è il solo. Sarà l'insieme di elettrificazione, connessione dei veicoli e della loro guida autonome che costituirà il grande cambiamento. Devo dire che le aziende italiane della filiera sono oggi meglio attrezzate sul versante dell'elettrificazione dei propulsori, con alcune eccellenze mondiali ben presenti. Nella connessione e nella futura guida autonoma stiamo lavorando bene, ma la competizione mondiale corre veloce e con investimenti multipli rispetto ai nostri.

D. Qual è la strategia che Brembo sta adottando?

R. Brembo strategicamente deve diventare più 'intelligente' accrescendo le competenze in campi nuovi che saranno importanti per i veicoli del futuro. Deve anche diventare ancora più competente nelle aree che già presidia, sia nel processo sia nel prodotto. Tatticamente invece deve diventare ancor più snella e reattiva. L'impatto della pandemia è sotto gli occhi di tutti e Brembo è solo riuscita a ridurre sin qui gli effetti negativi grazie alle misure adottate di messa in sicurezza e alla presenza geografica distribuita nel mondo. In questo la veloce e persistente ripresa del mercato cinese, importante per Brembo, da un lato mi fa molto piacere, dall'altro mi preoccupa perché mentre la Cina scatta in avanti, in Europa siamo chini per allacciarci le stringhe delle scarpe a causa del virus.

D. Secondo molti Brembo avrebbe bisogno di crescere per vie esterne. È lecito attendersi una mossa m&a? L'ipotesi Pirelli è tramontata?

R. Siamo molto concentrati a sviluppare prodotti fortemente innovativi, in coerenza con lo sviluppo tecnologico che l'auto sta vivendo. Senza dubbio questo è il nostro primo obiettivo. La crescita per linee esterne è sempre nella nostra strategia ma non è la priorità. Intanto abbiamo di recente acquisito il 100% di Sbs leader europeo di pastiglie green per le motociclette. Pirelli (di cui Brembo ha il 5%, ndr) è un investimento industriale di lungo periodo in un'azienda che rispettiamo e apprezziamo.

fch

 

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February 08, 2021 02:20 ET (07:20 GMT)

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