Economia Sociale: fondamentale per la ripresa
April 09 2021 - 10:33AM
MF Dow Jones (Italian)
All'Italia manca un piano d'azione per lo sviluppo dell'economia
sociale. È il momento giusto per riconoscere al Terzo settore e ai
suoi operatori il ruolo di pilastro di sviluppo, capace di generare
investimenti e una crescita solida e duratura e Fondazione Italia
Sociale vuole contribuire alla diffusione di questa visione
strategica animando il dibattito e coinvolgendo istituzioni, non
profit e il mondo dell'impresa
Mentre la Commissione europea definisce un Action Plan per
l'economia sociale e la inserisce tra i quattordici cluster
industriali su cui basare il rilancio, spiega infatti una nota, in
Italia - dove il settore avrebbe un ottimo potenziale, grazie alle
sue dimensioni, alla capillarità, al grado di innovazione, alla
capacità di reagire alle nuove domande della realtà sociale, alla
presenza di un quadro normativo avanzato e in linea con i requisiti
della Commissione - manca un piano d'azione strategico che guardi
al Terzo settore per generare investimenti e crescita nel
Paese.
Per questo, Fondazione Italia Sociale ha promosso il Webinar
"VERSO UN ACTION PLAN PER L'ECONOMIA SOCIALE", che si è tenuto ieri
e ha visto la partecipazione del Ministro per il Lavoro e le
Politiche Sociali Andrea Orlando; di Cristina De Luca,
Vicepresidente di Fondazione Italia Sociale; di Gianluca Salvatori,
Segretario Generale di Fondazione Italia Sociale e di Antonio
Calabrò, Direttore di Fondazione Pirelli e Consigliere di
Fondazione Italia Sociale. L'evento è stato ospitato da Comin &
Partners.
"L'Europa guarda con interesse alla crescente importanza,
trasversalità e capillarità del Terzo Settore in Italia. I soggetti
che lo caratterizzano sono centrali per la crescita economica,
sociale e produttiva del Paese, e giocheranno un ruolo ancor più
decisivo nella fase di ripresa. Le organizzazioni rappresentano uno
strumento fondamentale - in termini di analisi dei bisogni sociali
e di costruzione delle politiche - a supporto delle attività della
pubblica amministrazione. Per questo, si dovrà favorire la
co-progettazione tra pubblica amministrazione e Terzo Settore e noi
abbiamo intenzione di aprire un tavolo di lavoro con gli enti e le
associazioni del Terzo Settore per una collaborazione ancora più
armonica con le istituzioni, al servizio delle comunità. Lavoriamo
insieme per garantire, all'interno del PNRR, un ulteriore spazio
per gli enti del Terzo Settore, in particolare sui progetti
relativi alle infrastrutture sociali", sottolinea Andrea Orlando,
Ministro del Lavoro e delle politiche sociali.
"In Italia servono investimenti capaci di rigenerare una solida
e duratura crescita economica e sociale, invertendo il processo di
divisione che minaccia la coesione del nostro Paese. Tra questi, un
ruolo fondamentale può svolgerlo il potenziamento delle
organizzazioni dell'economia sociale. Ovvero di quella parte di
imprese e organizzazioni che perseguono obiettivi di sviluppo
sociale attraverso lo svolgimento di attività economiche, con
motivazioni che pongono l'interesse generale come condizione della
ricerca del profitto. Si tratta di un settore in pieno sviluppo,
che genera occupazione di qualità, che soddisfa un numero crescente
di domande rilevanti anche in ambiti diversi da quelli
dell'assistenza sociale ed ha capacità autonoma di sostenibilità
economica", commenta Gianluca Salvatori.
Alle imprese sociali e le organizzazioni non profit in Italia
vengono riconosciute - in quello che è ad oggi il PNRR -
principalmente funzioni di carattere assistenziale o riparativo.
"Sarà fondamentale, invece, integrare il PNRR, riconoscendo
all'economia sociale e al Terzo settore il ruolo di componente
indispensabile di misure di lungo respiro all'interno del percorso
di ripresa e resilienza, da cui dovranno passare necessariamente
transizione ecologica e inclusione sociale", aggiunge Cristina De
Luca.
Tra l'altro, il Terzo settore e l'economia sociale sono infatti
già impegnati, e ulteriormente impegnabili, in molti dei progetti,
degli interventi e dei settori definiti come prioritari dal Piano:
dalla cultura all'agricoltura sostenibile, dall'economia circolare
al potenziamento delle competenze e del diritto allo studio, alle
politiche del lavoro, alla coesione territoriale, al potenziamento
del sistema sanitario nazionale. Se meglio sostenuti, questi
soggetti, possono dare un contributo significativo e ulteriore alla
realizzazione del Piano.
"Se è necessario intervenire immediatamente, questa necessità
dovrebbe essere considerata oggi ancora più urgente alla luce delle
conseguenze sociali ed economiche della crisi dovuta al Covid-19",
aggiunge Antonio Calabrò.
Per realizzare questi obiettivi, tuttavia, il PNRR dovrebbe
prevedere alcuni ulteriori aspetti:
- progetti-pilota volti alla formazione di una cultura
gestionale, sul versante sia delle amministrazioni pubbliche sia
delle organizzazioni di terzo settore, per favorire la diffusione
dei principi di amministrazione condivisa;
- profonda razionalizzazione nell'uso delle risorse pubbliche di
sostegno al Terzo settore attraverso la creazione di un fondo
unico;
- correzione della rappresentazione distorta del Terzo settore
come realtà poco impegnata sul fronte dell'innovazione attraverso
la promozione di iniziative che mettano in luce il ruolo che
l'economia sociale può giocare nella diffusione
dell'innovazione.
- iniziativa nazionale per sviluppare format e modalità
organizzative che incoraggino la progettazione di corsi dedicati al
Terzo settore e all'economia sociale in tutti gli atenei italiani,
con 'obiettivo di colmare la lacuna di una scarsa presenza nei
curricula formativi del Terzo Settore.
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(Fine)
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0916:17 apr 2021
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