In un anno in cui rincari energetici, costi delle materie prime e inflazione galoppante stanno mettendo sotto stress la quasi totalità delle filiere produttive e dei servizi, il real estate è al giro di boa. Dopo tre trimestri da record il giro d'affari del mattone italiano ha superato i 9 miliardi di euro e, se il trend fosse confermato, a fine anno supererebbe il massimo storico di 12 miliardi. Ma le incertezze sono molte e per superarle bisognerà fare affidamento sui campioni del settore e imitare le esperienze virtuose, di cui Milano è centro nevralgico a livello nazionale. Questo il focus della tre giorni Milano Real Estate Week, rassegna di Class Editori in onda su Class Cnbc, www.milanofinanza.it e Zoom a partire da ieri.

Non a caso Paolo Panerai, editor in chief e ceo di Class Editori, ha aperto i lavori ricordando che, se "fino a qualche anno fa i simboli di Milano erano il grattacielo Pirelli e la torre Velasca, oggi chi guarda la metropoli vede una skyline straordinaria". Questo grazie alla "rigenerazione, che non significa creazione da zero, quanto piuttosto evoluzione continua". Gli ha fatto eco Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano, che ha citato tre parole chiave: "la città deve essere policentrica, quindi deve svilupparsi come un sistema di poli dove le reti sono quelle infrastrutturali; responsabile, perché ogni progetto deve avere una componente sociale e di sostenibilità ambientale; e attrattiva, con progetti di rafforzamento del sistema culturale, universitario, sportivo, preparando la città per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026".

Tutti gli attori del settore, scrive MF-Milano Finanza, si devono confrontare con un contesto economico sfidante. Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assomobiliare, ha evidenziato che "nel real estate le politiche monetarie restrittive sono un problema, perché incremento dei tassi e sospensione dei quantitative easing rappresentano una contrazione della liquidità disponibile". Non va però dimenticato, ha precisato il presidente e fondatore di Scenari Immobiliare, Mario Breglia, che nonostante i venti contrari "la spinta della domanda rimane fortissima: il mercato sta reggendo e reggerà la sfida dei prossimi anni; dobbiamo solo augurarci che la situazione macro e geopolitica non peggiori ancora".

È trapelato ottimismo anche dall'intervento di Giuseppe Amitrano, amministratore delegato di Dils: "Restiamo ottimisti per una ragione: la parola chiave è transizione energetica, e l'immobiliare a oggi pesa per il 40% dell'inquinamento globale. Il patrimonio immobiliare italiano è il più antico d'Europa, ma antico vuole dire anche, a volte, obsoleto". C'è pertanto "una necessità di transizione enorme, e questo nel lungo periodo ci rende positivi per il settore". Un pensiero analogo a quello espresso da Alessandro Busci, head of fund management di Prelios sgr: "C'è una correlazione positiva tra inflazione e real estate, una macro asset class difensiva nei confronti del carovita". Ma con gli attuali elementi di incertezza, ha aggiunto, "i fattori Esg non sono più un cosiddetto nice to have, bensì la base con la quale stare sul mercato, perché consentono una sostenibilità economica nel lungo periodo dell'investimento".

Infine Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, ha presentato un'istanza per tenere sotto controllo i costi di costruzione in aumento: "Facciamo fatica a fare budget realistici dei costi, perché non sappiamo se e quanto i prezzi continueranno a crescere. Come associazione chiediamo che i prezzari siano fatti in modo dinamico, e vengano aggiornati in automatico sulla base di coefficienti".

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