La moda ha bisogno di credibilità e trasparenza, soprattutto di una task force che possa far luce costantemente sullo stato dei finanziamenti e della cassa integrazione. È questo il messaggio che Marco Palmieri, numero uno del gruppo Piquadro, lancia al governo durante la fase due dell'emergenza Covid-19. La società bolognese attiva nella pelletteria di lusso con i marchi Piquadro, The Bridge e Lancel, che ha chiuso l'esercizio fiscale 2019/20 al 31 marzo con un fatturato consolidato di 152,2 milioni di euro (+3,2%), ha ripreso l'attività nelle strutture di Scandicci (Firenze) e Gaggio Montano (Bologna), studiando in parallelo una strategia di business volta alla riduzione dei costi. Intanto risultati positivi arrivano dall'Asia, dove prosegue l'espansione nella distribuzione di Lancel e dal digitale, che nell'ultimo mese ha trainato le vendite dei brand. L'imprenditore, presidente e ceo della società, ha spiegato a MFF la situazione attuale e i progetti futuri.

Come sta riprendendo l'attività del gruppo durante l'allentamento del lockdown?

Abbiamo aperto tre settimane fa in Toscana, sono rientrate circa 30 persone che si dedicavano a design, sviluppo e prototipia, mentre dalla scorsa è permesso operare pienamente su tutti i dipartimenti non solo a Scandicci, ma anche nella sede di Gaggio Montano. La maggior parte dei lavoratori, circa un centinaio in Italia, compresi quelli di Milano, rimangono in smartworking, mentre l'headquarter di Parigi è ancora chiuso.

Sul fronte internazionale, stanno migliorando gli scenari?

C'è preoccupazione perché nessuno sa quando questa cosa finirà. Il wholesale della società è serrato in tutto il mondo, l'Asia ha riaperto. Dei 188 negozi dove operiamo direttamente, ne abbiamo aperti 4-5.

La campagna s-s 2020 di The Bridge

Ci saranno delle variazioni negli obiettivi di budget?

Abbiamo chiuso l'esercizio fiscale 2019/20 con una posizione finanziaria netta positiva, non abbiamo dunque debito ma cassa, questo ci dà serenità. Ovviamente a febbraio e marzo abbiamo perso nelle vendite.

Quale strategia state studiando per favorire la ripresa?

La riduzione dei costi. Il virus ha avuto un impatto importante sul mondo del retail. Per questo stiamo studiando la chiusura di qualche store, facendo un forte lavoro sulla rinegoziazione degli affitti, riprogettando l'offerta per renderla più razionale, ovvero proponendo meno modelli. Abbiamo un 70% di prodotti continuativi, speriamo questo ci aiuti.

Che performance ha avuto il canale digitale?

L'e-commerce, che vale meno del 10% dei ricavi complessivi del gruppo, sta accelerando. In generale siamo positivi sulla crescita di Lancel (che ha fatturato 53,6 miloni di euro al 31 marzo, ndr) e la domanda è sostenuta anche dal digital: prendendo in considerazione il periodo da metà aprile a oggi, la maison ha fatto tre volte il fatturato sull'anno scorso. The Bridge anche sta performando bene con vendite doppie in rete nel mese in esame, mentre Piquadro è costante.

Avete rivisto i piani di espansione in Asia?

Per quanto riguarda Lancel, l'obiettivo era attivare dodici store tra Cina e Singapore, ne apriremo meno, ma la progettazione è tutt'ora in corso.

Com'è la situazione in Francia?

In Francia c'è un percepito migliore del nostro, la cassa integrazione paga l'80% dello stipendio, la capacità di spendere dell'individuo è quindi maggiore. C'è sostegno alle imprese, le linee di credito sono state veloci, nel medio termine hanno una visione positiva.

Ha un messaggio da lanciare al governo?

Probabilmente nei processi di erogazione di liquidità qualcosa non sta funzionando. La velocità è importantissima, primo perché ha un effetto emotivo, l'imprenditore può andare in Banca e sperare nel futuro della sua azienda. Il secondo è sostanziale, se non riceve liquidità si blocca il ciclo economico e il pagamento degli stipendi ai dipendenti. Ecco cosa chiedo al governo: una task force che si metta a lavorare sul problema della cassa integrazione e dei finanziamenti. Serve un piano chiaro, la gente è sconcertata che non arrivino risposte. È necessario un update quotidiano sullo stato di avanzamento del problema. Se l'imprenditore sa che c'è futuro non licenzia, bisogna essere credibili e trasparenti.

Qual è la sua visione sul post Covid-19 per il Made in Italy e gli acquisti?

Bisogna vedere cosa succederà all'apertura totale, temo che il consumatore sia cambiato. Le piccole e medie aziende sono quelle che vanno più aiutate, sono preziosissime per il sistema. Se chiudono perdiamo la filiera. (riproduzione riservata)

red

MF-DJ NEWS

1508:27 mag 2020

 

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May 15, 2020 02:28 ET (06:28 GMT)

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