Road Show in Oriente ed Estremo Oriente per il premier Mario
Monti che, a fine mese, si rechera' in visita in Corea del Sud,
Giappone, Cina e Kazakistan. Praticamente archiviata la riforma del
mercato del lavoro, l'ultima in agenda per innescare il cambio di
rotta - dopo pensioni e liberalizzazioni -, l'impegno di Monti come
annunciato sara' promuovere la nuova Italia all'estero. Si comincia
dai Paesi del Sol Levante; obiettivo: "presentare la maggiore
attrattivita' dell'economia italiana"; missione a tutto tondo:
aumentare l'interscambio e sondare nuove opportunita' di
investimento, in primis sui titoli di debito italiani.
Il 26 e il 27 marzo il premier sara' in visita a Seul, dove
partecipera' al Summit sulla Sicurezza Nucleare. Monti incontrera'
poi il presidente della Corea Lee Myung-bak.
Il Giappone sara' la tappa successiva (28-29 marzo). A Tokyo
Monti vedra' il primo ministro Yoshihiko Noda e il ministro delle
Finanze Jun Azumi; in agenda c'e' anche un intervento al Nikkei
Shimbum, uno dei piu' importanti giornali del Paese. In ambito
strettamente economico, il premier partecipera' a una colazione di
lavoro con il board di Keidanren (la Confindustria giapponese) e a
un pranzo di lavoro in Ambasciata con esponenti della finanza
giapponese. Previsto anche un incontro con la comunita' d'affari
italiana.
A seguire, sulla via di Monti ci sono Pechino e Boao (isola di
Hainan). In Cina il premier incontrera' il primo ministro Wen
Jiabao e il vice primo ministro, Li Keqiang. Anche qui e' previsto
un momento ad hoc per i temi strettamente economico-finanziari con
gli incontri con il Governatore della Banca Centrale, il mondo
finanziario cinese e la comunita' d'affari italiana e cinese. Monti
interverra' infine alla conferenza annuale "Boao Forum for
Asia".
Il tour si chiudera' il 2 aprile in Kazakistan. Monti si
rechera' ad Astana per incontrare il presidente della Repubblica,
Nursultan Nazarbayev. Nel Paese Eni e' partner nella joint
operating company Ncoc per lo sviluppo del giacimento petrolifero
giant di Kashagan. In particolare, secondo indiscrezioni di stampa,
l'allungamento della tempistica data dal Governo kazako per il
lancio della fase-2 (tra fine 2018 e il 2019) - che dovrebbe
triplicare la produzione del giacimento giant di Kashagan
portandola a 1,5 mln di barili al giorno - non piace a Eni e ai
partner del consorzio, con l'eccezione di KazMunaiGaz che gioca in
casa e si rimette alle decisioni dello Stato azionista. gug
guglielmo.valia@mfdowjones.it