Un'idea sta prendendo forma ai piani alti dell'Enel: la cessione
della quota di maggioranza di Slovenske Elektrarne, maggior
produttore di energia della Slovacchia.
Mettere sul mercato i reattori e le centrali di SE, scrive MF,
consentirebbe alla capogruppo di incamerare in un sol colpo la
meta' circa dei 6 miliardi di euro di proventi da dismissioni
previsti nei primi due anni di piano 2013-2017, agevolando cosi' la
programmata riduzione dell'indebitamento. La societa' slovacca, che
ha chiuso il 2012 con un margine operativo lordo di 836 milioni di
euro (+3%), e' valutata infatti tra i 2,5 e i 3miliardi di euro.
Non solo: nell'orbita di Enel non c'e' un asset altrettanto grande
che potrebbe essere venduto senza impoverire il perimetro del
gruppo, dal momento che ormai il nucleare non e' piu' core business
e che il baricentro si sta spostando verso i mercati di Russia e
soprattutto, Sud America. L'ipotesi dell'addio a SE aleggia da
qualche tempo su viale Regina Margherita: oltre all'esigenza di
fare cassa, vanno messi in conto anche i rapporti non sempre
idilliaci col governo slovacco.
Se l'ipotesi di addio a SE non si e' ancora concretizzata e
l'Enel si trincera dietro il no comment, e' anche perche' avviare
la dismissione degli asset nucleari e' piu' complicato rispetto ad
altre operazioni. La regola aurea fissata dall'ad Fulvio Conti,
annunciando la nuova tornata di dismissioni, stabilisce che nel
caso di societa' a maggioranza Enel la cessione venga avviata solo
in presenza di un candidato naturale pronto all'acquisto. Nel caso
di Slovenske Elektrarne i maggiori indiziati sarebbero i russi di
Rosatom, intenzionati a muovere in forze sul mercato slovacco.
red/lab