I 27 ministri delle Finanze dell'Unione hanno finalmente trovato un accordo sulle regole da applicare in occasione della ristrutturazione o della liquidazione di una banca in crisi. L'intesa prevede che in un primo tempo azionisti, obbligazionisti e depositanti (e non gli Stati) siano messi a contribuzione.

Insomma, scrive MF, il modello Cipro e' divenuto nei fatti la norma. Ma proprio da Nicosia giungono notizie preoccupanti. Stando al bollettino della Banca centrale cipriota, nel mese di maggio, nonostante le restrizioni sul prelevamento di denaro ancora oggi in atto, dai depositi delle banche del Paese e' sparito un'altro miliardo e 400 milioni di euro, portando cosi' i depositi totali a 55,9 miliardi di euro, un calo del 23% dal maggio 2012 e il peggior dato da meta' del 2008. Questo dopo che nel mese di marzo erano spariti dai conti degli istituti ciprioti 3,8 miliardi di euro, mentre in aprile addirittura 6,4 miliardi, il 10% dell'intera base del deposito bancario in un solo mese. In quel caso, i cittadini ciprioti hanno fatto sparire 3 miliardi di euro, i depositari europei (principalmente francesi e tedeschi) circa 300 milioni e quelli non residenti nell'eurozona, ovvero gli oligarchi russi che la cancelliera tedesca Angela Merkel intendeva punire con il bail-in, qualcosa come 3,1 miliardi di euro, in un sol botto il 16% del totale del denaro russo sull'isola. red/lab

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