UPDATE: Giappone ha sconfitto deflazione dopo 30 anni
November 06 2023 - 11:31AM
MF Dow Jones (Italian)
(riepiloga e aggiunge dettagli)
MILANO (MF-NW)--Per la prima volta in circa trent'anni, la
disinflazione strutturale di cui soffre il Giappone sta per
soccombere. Al fine di consolidare questo obiettivo, la probabilità
che la Banca centrale del Giappone ponga fine ai tassi di interesse
negativi nell'immediato è bassa, data l'incertezza sulle
prospettive dei prezzi al consumo e dei salari.
UEDA (BOJ): GIAPPONE NON TORNERA' A INFLAZIONE ZERO
"In teoria, l'abolizione della politica dei tassi negativi può
avvenire in qualsiasi riunione, ma se ci si chiede se possa
accadere quest'anno, mancano soltanto meno di due mesi, anche se
non posso dire che tale possibilitá sia nulla", ha commentato il
governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda. Il numero uno della
BoJ ha ribadito che la Banca continuerà a controllare i tassi di
interesse negativi e la curva dei rendimenti fino a quando non sará
possibile raggiungere in modo stabile e sostenibile l'obiettivo di
inflazione del 2%. "A questo punto, non so quando potremo essere
sicuri" di raggiungere l'obiettivo. Per Ueda è improbabile che il
Paese nipponico torni verso la deflazione anche dopo l'allentamento
della pressione esercitata dall'aumento dei prezzi delle
importazioni. "Il tasso di inflazione non tornerà all'intervallo
tra lo 0% e l'1%, che era il livello pre-pandemico", perchè si
prevede che il circolo virtuoso tra salari e prezzi si rafforzerà,
ha puntualizzato Ueda.
BOJ CONFERMA POSIZIONE ULTRA ACCOMODANTE (LA FINANCIERE)
Nella riunione di settimana scorsa la BoJ ha confermato la sua
posizione estremamente accomodante in un contesto di inflazione al
3%, lasciando i tassi di interesse di riferimento negativi al -0,1%
e mantenendo il limite massimo per il rendimento del titolo di
Stato decennale all'1%. "I tassi di riferimento reali - corretti
per l'inflazione - si attestano quindi a -3% e quelli reali a 10
anni a circa -2%: un livello di stimolo raramente raggiunto.
L'aspetto ancora più significativo è che l'inflazione, a esclusione
dell'energia e dei generi alimentari deperibili, che sono
particolarmente volatili, è stabilmente al di sopra del 4%
dall'estate, un livello che non si vedeva dal 1981. Da questo punto
di vista, gli stimoli sono ancora più forti", osserva Alexis
Bienvenu di La Financiere de L'Echiquier.
CONTROLLO CURVA RENDIMENTI MENO SEVERO
Al contempo, la BoJ ha rivisto il controllo della curva dei
rendimenti in modo meno severo, dato che il tetto dell'1% sul
rendimento del titolo di Stato decennale è considerato ora un
limite flessibile. Nonostante l'allentamento della sistematicitá
con la quale verranno messi in atto interventi per evitare che il
limite venga superato, la Banca centrale del Giappone resta
comunque uno dei pochi istituti centrali a fissare un tetto massimo
per questa scadenza. "Possiamo presumere che questo livello non
sarà messo in discussione almeno fino alla pubblicazione,
nell'aprile del 2024, delle sue prospettive di inflazione per il
2026. Anche se le previsioni attuali di inflazione - al netto
dell'energia e dei generi alimentari deperibili - per l'anno
fiscale 2025 si attestano infatti giá all'1,9%, vicino
all'obiettivo di lungo termine, questo orizzonte temporale non
basta per pensare a un raggiungimento duraturo dell'obiettivo",
spiega Bienvenu, suggerendo che per far sì che questo accada il
livello dovrebbe essere anticipato almeno al 2026 e soltanto allora
si potrebbe alzare con cautela il tetto sul decennale o
abbandonarlo.
KISHIDA ANNUNCIA PACCHETTO DA 17.000 MILIARDI YEN
La BoJ non è sola nella sua lotta per l'espansione fiscale del
Giappone. Al suo atteggiamento ultra accomodante si aggiungono
infatti le misure di stimolo fiscale promosse dal governo
nipponico: il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato
che Tokyo spenderà oltre 17.000 miliardi di yen, pari a 113
miliardi di dollari, per un pacchetto di misure volte ad attutire
il colpo economico dell'inflazione, che comprenderá anche tagli
fiscali. "L'economia giapponese sta vedendo aprirsi una grande
opportunità di passare a una nuova fase per la prima volta in tre
decenni", uscendo da una spirale deflazionistica, ha commentato
Kishida. "Per questo motivo dobbiamo aiutare le aziende a
incrementare la redditivitá e a ottenere ricavi per aumentare i
salari".
SFORZI INUTILI SE SALARI NON TENGONO IL PASSO
Ma per Bienvenu tutti questi sforzi monetari e fiscali
potrebbero essere inutili se i salari non terranno il passo. "Da
questo punto di vista, i sindacati si sono mobilitati. Stando al
canale televisivo nipponico Nhk, la piú grande organizzazione
sindacale giapponese - Rengo - intende chiedere un aumento
salariale superiore al 5% durante il ciclo annuale di negoziati la
primavera prossima, anche se non vi è alcuna garanzia che simile
richiesta venga accettata da parte datoriale", aggiunge Bienvenu.
"L'indagine Tankan svolta presso le aziende prevede un modesto
aumento soltanto dei prezzi alla produzione nei prossimi tre anni
(3,8% cumulativo), lasciando poco spazio all'aumento dei salari
senza intaccare pesantemente gli utili. Tanto più che l'inflazione
nel resto del mondo è in fase discendente".
GIAPPONE PUO' ESSERE MODELLO PER EUROPA
In conclusione, "sebbene le preoccupazioni monetarie del
Giappone possano sembrare del tutto sfasate rispetto a quelle della
maggior parte dei Paesi ricchi, rivestono grande importanza per il
resto del mondo", aggiunge l'esperto, evidenziando che per molti
aspetti il Paese del Sol Levante funge da precursore, in Europa
soprattutto. "Il declino demografico, l'invecchiamento, la crescita
strutturale asfittica, la dipendenza dalle materie prime,
l'inflazione troppo bassa, il debito pubblico stratosferico, i
salari depressi, i tassi di riferimento in territorio negativo:
sono tutti fattori che ricordano il Vecchio Continente". Bienvenu
suggerisce che qualora il Giappone riuscisse nella sua audace
manovra, farà da riferimento, mentre nel caso in cui dovesse
fallire, farà da guida all'Europa su cosa evitare.
gan
gerica.antolini@mfnewswires.it
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November 06, 2023 11:16 ET (16:16 GMT)
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