L'offerta non vincolante di Cdp e Macquarie per la rete di Tim scorporata in Netco sarebbe più alta di quella presentata da Kkr ed è strutturata diversamente perchè prevede una componente cash e una in "natura".

Domenica pomeriggio, come anticipato ieri dal Messaggero, dovrebbe riunirsi il cda straordinario di Cassa depositi e prestiti per formalizzare la proposta da presentare a Tim che ha convocato un board ad hoc venerdì 24 per esprimersi sull'offerta di Kkr e adesso anche su quella alternativa. Tuttavia, quasi certamente il cda della società guidata da Labriola rinvierà una decisione sulla loro validità concedendo un periodo di esclusiva, avendo avuto poco tempo per comparare quella del fondo Usa dell'1 febbraio di 20 miliardi, compresi gli earn out, e quella di Cassa e Macquarie che quasi certamente sarà più alta (circa 23 miliardi) e prevede il conferimento di Open Fiber di cui la spa pubblica ha il 60% e Macquarie il 40%: l'offerta dovrebbe perciò comprendere una tranche per cassa e l'altra in un asset preciso. Come si arriva a 23 miliardi? Atteso che la valutazione di Open Fiber si aggira sui 5 miliardi, la parte cash sarebbe di circa 18 miliardi, di cui circa 10 miliardi a leva forniti dalle grandi banche italiane. Il miglioramento però potrebbe non bastare, perché il gruppo Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,7%, ha ben altre pretese.

L'accelerazione di Cdp è frutto anche di un probabile sostegno del Mef, che è il suo azionista di maggioranza, a scendere in campo in contrapposizione con il fondo Usa. Sicuramente le due proposte sono diverse oltre che nel perimetro e nelle modalità anche nelle condizioni. Per esempio, Kkr non condiziona l'efficacia della sua offerta all'ok dell'Antitrust non avendo temi di concorrenza europea; Cassa e Macquarie, invece, dovranno subordinarla al via libera dell'Autorità a seguito del conferimento di Open Fiber che potrebbe portare Dg Comp a imporre rimedi, come la cessione di parti delle infrastrutture nelle aree nere e grigie in concorrenza.

Per diradare questi nodi è stato insediato un tavolo fra Tim e Open Fiber allo scopo di procedere allo switch-off del rame, cioè allo "spegnimento" della vecchia infrastruttura secondaria: i proprietari di questa infrastruttura, cioè Tim che ha il 58% di Fibercop e Kkr il 37,5%, potrebbero ottenere compensazioni di natura economica in forma di "stranded cost". Si ritiene pertanto che queste agevolazioni possano aumentare in prospettiva il valore dell'asset rendendo più appetibile l'offerta di Cdp-Macquarie. Secondo alcune proiezioni delle banche d'affari, le compensazioni sarebbero dell'ordine di 200 milioni per alcuni anni.

pev

 

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February 17, 2023 03:35 ET (08:35 GMT)

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