MF 21/10: ORSI & TORI
October 21 2023 - 1:42AM
MF Dow Jones (Italian)
(da Milano Finanza)
deciso dal ministro Giorgetti e affidato alla gestione del super
qualificato Sala. Il problema vero è che con un obbiettivo di
incassare dalle privatizzazioni programmate una ventina di
miliardi, si fa solo il solletico al debito pubblico che
giustamente è l'angoscia del ministro Giorgetti, ma che deve
esserlo anche di tutti gli italiani.Qui, Signor Ministro,
scusandomi per la noiosa ripetitività, va dato al debito un taglio
così netto e consistente per cui guerre, inflazione, recessione,
tutte possibili davanti a noi, non mettano in ginocchio il paese.
In fin dei conti privatizzando Tim, Ita-Airways, un pezzo di
ferrovie e lo stesso Mps, si privatizzano strumenti preziosi anche
per la capacità di operare di un governo, visto che la stagione
delle privatizzazioni spinte al massimo, anche in altri paesi, ha
soprattutto ingrassato i banchieri d'affari. Certe leve operative
in mano allo stato e al governo non tolgono niente a una economia
capitalistica e alla proprietà privata, che nessuno si sogna di
mettere in discussione specialmente su questo giornale. Ci
mancherebbe. Del resto, anche la raccolta, privatizzando quello che
non indebolisce troppo lo stato nelle funzioni essenziali, è
davvero modesta e insignificante rispetto all'enorme debito
accumulato dall'Italia come nessun altro paese fondatore
dell'Unione europea. Ed è quel debito che mette costantemente in
difficoltà i governanti italiani rispetto alle regole e alle
autorità europee. Non pensa, Signor Ministro, che gli italiani si
siano stancati di essere considerati degli sperperatori, quando in
effetti sono il popolo che risparmia di più al mondo dopo i
giapponesi e che vede andare, per circa il 70%, il proprio
risparmio affidato a fondi e gestioni, a finanziare le economie di
altri paesi, visto che in Italia non esiste un vero mercato dei
capitali, una borsa che sia a un tempo sistema per la raccolta dei
grandi gruppi ma soprattutto per il finanziamento e quindi lo
sviluppo delle 200 mila pmi che sono a un tempo la ricchezza e la
debolezza dell'Italia? A questo giornale, che ha la missione essere
il giornale dei mercati finanziari, corre l'obbligo di ricordarle,
per esempio, che dai provvedimenti finanziari che Lei sta varando
è, guarda caso, saltato quel minimo contributo per spingere le pmi
a quotarsi, cioè il contributo alle spese di quotazione. Ma qui
siamo proprio ai de minimis e chi lavora perché le pmi quotate non
siano che una piccolissima percentuale di quell'esercito di 200
mila imprese, familiari e non, che tengono in piedi il Paese, mi
dice che probabilmente l'errore sarà presto sanato e il contributo
ci sarà. Ma il fatto vero è che con l'adesione a Euronext il Paese
ha fatto un passo indietro, perché si fregiano del termine euro
(quindi Europa) borse come quella di Amsterdam che principalmente,
anche se non solo, per trattamento fiscale e di governance, stanno
attirando le poche grandi aziende italiane. È ora che di questa
realtà si prenda coscienza e che si ricordino le parole di un uomo
della competenza e della saggezza del presidente della Consob,
Paolo Savona, quando diede l'avviso al momento della proposta di
Euronext: Attenzione, disse, si può tentare una borsa europea ma in
essa l'Italia deve contare per quella che è la sua economia, cioè
la terza della Ue. Chi mena la danza in Euronext pensa di aver
assolto i suoi obblighi verso il terzo paese dell'Unione assegnando
all'Italia il centro di elaborazione digitale del mercato. Ma qui
ci vuole una parità di trattamento sia per le aziende quotate che
per chi investe. Ci sarà stata una ragione perché il mercato
borsistico della prima economia europea, Francoforte, si è tenuto
alla larga da Euronext. Ma l'Italia è debole in Europa perché ha il
debito più grande e non riesce altro che a negoziare un po' di
comprensione se non di compassione a Bruxelles. Allora, Signor
Ministro Giorgetti, la stagione delle privatizzazioni non può
mirare a tagliare il debito di 20 miliardi su quasi ormai 3 mila. E
soprattutto non si può pensare di privatizzare ciò che è strumento
di governo. Lo sa bene, l'alternativa
c'è ed è tutta nell'interesse dello stato, degli enti locali e
degli italiani. Degli immobili trasferiti dallo stato agli enti
locali per un valore di circa 700 miliardi, ce ne sono per un
valore di almeno 300 miliardi pressoché inutilizzati se non
abbandonati e che per gli enti locali sono principalmente un costo.
Bene, c'è la possibilità di rendere attivi quegli immobili e
attraverso fondi di investimento a base locale, come suggerisce il
ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ma da anni anche questo
giornale, per collocarli fra i risparmiatori italiani, riducendo
significativamente la dipartita per economie estere il grande
risparmio italiano. Ma da un po' di tempo non c'è solo Carlo
Messina, che ha dichiarato di mettere a disposizione la grande rete
della banca per collocare le quote dei fondi; non c'è solo questo
giornale che La importuna una settimana sì e una sì; c'è anche una
manager del suo ministero, l'ad di Invimit, Giovanna Dalla Posta,
che Lei, Ministro, stima molto, perché la signora degli immobili
dello stato ha mostrato che con essi lo stato può incassare. I
quasi 500 milioni di utile dell'ultimo esercizio lo dimostrano.
Quindi ci sono immobili dello stato che possono essere valorizzati
ma ci sono almeno altri 300 miliardi passati agli enti locali che
possono essere inseriti in fondi, ristrutturati, valorizzati e i
relativi incassi usati per abbattere il debito pubblico, al quale
il debito degli enti locali concorre per quasi 700 miliardi. Si
immagini, Signor Ministro, la faccia dei gufi di Bruxelles se
venisse attuato questo programma. E questo programma è validato dal
primo banchiere italiano e dalla più brava manager per immobili che
lavora nel suo ministero. Modesta proposta: perché non affida al
nuovo dipartimento Economia e finanza, guidato dal più che
preparato Marcello Sala, l'incarico di preparare con la
privatizzazione degli immobili passati dallo stato a comuni,
regioni, città metropolitane (che potrebbero conservare quote nei
fondi), il grande taglio del debito pubblico? L'opportunità è lì,
da prendere. Al punto in cui si è sul piano finanziario e della
sicura pressione che faranno le agenzie di rating e i mercati,
l'Italia ha la possibilità di spiazzare il resto d'Europa.
(riproduzione riservata)Paolo Panerai (Milano Finanza)
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October 21, 2023 01:27 ET (05:27 GMT)
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