A2A: Mazzoncini (ad), su rinnovabili c'è caro autorizzazioni da combattere (CorSera)
November 13 2023 - 2:34AM
MF Dow Jones (Italian)
MILANO (MF-NW)--Si chiama Pniec, Piano nazionale integrato per
l'energia e il clima. Ma si legge rinnovabili. E' sulle fonti green
che il nostro Paese, nella proposta che il ministero dell'Ambiente
e della Sicurezza energetica ha inviato a Bruxelles in estate, ha
basato il processo di decarbonizzazione, in attesa di sapere se
anche il nucleare, che è stato inserito nella tassonomia europea,
potrà avere un ritorno nel nostro Paese. Gli obiettivi sono
ambiziosi: costruire 80 Gw di rinnovabili entro la fine del
2030.
"Al ritmo attuale - ha detto Renato Mazzoncini, ad di A2A in
un'intervista a L'Economia del Corriere della Sera - difficilmente
ce la faremo. Se confrontiamo l'installato mensile del gennaio
2022, che è stato di 100 Mw, con quello del giugno 2023, 500 Mw,
abbiamo una moltiplicazione per cinque in diciotto mesi. E'
evidente che c'è stata un'accelerazione, legata al Pnrr, al
Superbonus, alla crisi energetica e alla guerra in Europa, che ha
reso necessario aumentare l'indipendenza energetica. Ma per
raggiungere i target del Pniec è necessario procedere in maniera
più spedita gendo su due fronti".
"Il primo è quello delle 'aree idonee'. Una semplificazione nel
permitting c'è stata, ma non è sufficiente. Serve una sorta di
piano regolatore. Dobbiamo sapere quali sono i terreni su cui poter
realizzare gli impianti solari ed eolici, come accade quando si
vuole costruire una casa. Si va al Comune e si chiede se il terreno
è edificabile, senza incertezza. E' fondamentale avere subito un
efficace decreto Aree Idonee, che appare nuovamente arenato nel
dibattito Governo-Regioni, per riuscire a rispettare gli
obiettivi", ha spiegato.
Il secondo fronte, ha aggiunto, consiste nel "non congestionare
Terna, e a seguire le amministrazioni locali, che sono sommerse di
richieste di connessione alla rete e conseguenti autorizzazioni di
impianti. Siamo arrivati a oltre 300 Gw di progetti presentati,
quattro volte di più rispetto a quelli che dobbiamo realizzare in
base al Pniec. La maggior parte di questi non ha robustezza dal
punto di vista tecnico e finanziario. Qualunque soggetto, anche se
non si è mai occupato di rinnovabili e senza alcuna capacità
finanziaria, può presentare la domanda per un progetto solare ad
esempio da 200 Mw, 200 milioni di investimento almeno, anche se non
ha risorse finanziarie e non è proprietario del terreno. Nonostante
non sia nelle condizioni di portare a termine questo impianto,
Terna è obbligata a fare un preventivo e a occupare capacità nelle
cabine primarie nel caso il richiedente lo accetti".
Secondo Mazzoncini, "una volta accettato il preventivo di
connessione emesso da Terna, le richieste finiscono sul tavolo dei
Comuni, sepolti da una quantità incredibile di progetti non
selezionati dal punto di vista tecnico ed economico. E sa qual è la
conseguenza, oltre all'intoppo?. Chi arriva alla fine del percorso,
rivende l'autorizzazione. Si è creato un mercato che ha fatto
salire il prezzo e che sta portando a una sorta di inflazione nel
costo delle autorizzazioni".
Valgono "fino al 30% del costo di costruzione dell'impianto. Il
congestionamento crea effetti inflattivi enormi su tutta la
filiera. Il prezzo del pezzo di carta è dieci volte maggiore di
quello che dovrebbe essere, con ripercussioni anche sul prezzo
finale di vendita dell'energia prodotta. E chi sviluppa deve
scontare già l'aumento dei prezzi dei pannelli e delle pale", ha
spiegato.
Secondo l'ad, la soluzione è "chiedere a chi presenta i progetti
di essere soggetti credibili, per esempio con una semplice
fideiussione come avviene in quasi tutte le procedure pubbliche.
Dovrebbe essere fatta una selezione qualitativa dei progetti
presentati dal punto di vista tecnico e finanziario. L'Italia ha le
potenzialità: ha un ottimo bilanciamento tra acqua, sole e vento.
Dobbiamo usare tutte le tecnologie, che hanno un vantaggio: costano
meno del fossile per produrre energia elettrica, in media 63
euro/MWh a fronte di una produzione termogas che costa il
doppio".
Ipotizziamo di risolvere i problemi e di costruire i gigawatt di
solare ed eolico rispettando i target, sappiamo che le rinnovabili
sono intermittenti. "L'idroelettrico, che è già molto sviluppato ed
è l'unica risorsa rinnovabile programmabile, può ulteriormente
incrementare tale caratteristica attraverso i pompaggi. L'Italia è
il terzo produttore in Europa dopo Norvegia e Francia e il 40% di
tutta l'energia rinnovabile viene dall'acqua. Abbiamo stimato in 15
miliardi gli investimenti per poter fare il revamping degli
impianti che risalgono alla prima metà del Novecento e costruire
nuovi pompaggi per assorbire la sovraproduzione di solare ed
eolico", ha spiegato Mazzoncini.
L'idroelettrico però non basterà a stabilizzare la rete,
"sappiamo che dobbiamo costruire gli storage con le batterie. I
costi si stanno abbassando. E si parla sempre di più delle batterie
a flusso, che non si degradano prima di 25-30 anni, e di sistemi di
accumulo energetico di tipo gravitazionale, che non hanno limiti di
tempo e arrivano fino a 100 megawatt. A2A per esempio ha investito
nella startup italiana Energy Dome, che ha brevettato una nuova
batteria basata sull'utilizzo dell'anidride carbonica che ottimizza
lo stoccaggio e l'impiego di energia da fonti rinnovabili", ha
concluso l'ad.
cos
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November 13, 2023 02:19 ET (07:19 GMT)
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