Serie A: una difficile rimonta (Milano Finanza)
October 24 2022 - 3:15AM
MF Dow Jones (Italian)
I 20 presidenti dei club di Serie A sono d'accordo: occorre
accorciare al più presto il distacco finanziario dagli altri
campionati di calcio. Nella classifica delle risorse disponibili,
la Lega italiana è scivolata al quinto posto. ll ritardo economico
penalizza la competitività dei club, innescando un circolo vizioso
fra ricavi e risultati sportivi. Come spezzarlo? Quanto alla
tattica di rimonta, ciascun patron ha un'idea diversa. Ne
scaturisce una matassa di strategie difficile da dipanare.
I diritti televisivi sono al centro di ogni piano. Fra mercato
domestico e internazionale assicurano circa 1,1 miliardi all'anno e
costituiscono la principale e sicura fonte di reddito per le
società. Che vorrebbero aumentarne il valore nel triennio 2024-27.
Sarà un'impresa. Dopo aver perso meno abbonati del previsto, scrive
MF-Milano Finanza, Sky non pare intenzionata a fare follie per
aggiudicarsi le immagini in esclusiva. Nonostante l'ad Shay Segev
preveda di raggiungere l'utile nel 2024, Dazn resta in forte
perdita e nella prossima asta non potrà contare sul sostegno di
Tim. A dispetto degli auspici del proprietario del Napoli, Aurelio
De Laurentiis, gli esperti considerano poco probabile che Apple
possa vestire i panni del cavaliere bianco. E neanche Amazon,
Paramount e Netflix sembrano volersi impegnare oltremodo nella
partita per la Serie A.
Da qui la decisione della Lega di saggiare il mercato con due
anni di anticipo e soprattutto di includere nelle linee guida per
la vendita dei diritti tv 24-27 una sezione dedicata
all'alternativa: il canale di Lega. La piattaforma potrebbe esser
assegnata contemporaneamente a più broadcaster, garantendo un
incasso almeno pari agli attuali 910 milioni.
Secondo le linee guida, inoltre, i contratti di distribuzione e
trasmissione del canale potrebbero andare oltre il limite di tre
anni previsto dalla Legge Melandri per i normali pacchetti
audiovisivi, secondo quanto già possibile per i diritti
internazionali. Ciò consentirebbe agli operatori una programmazione
a lungo termine e, almeno in teoria, dovrebbe invogliarli a offrire
di più.
L'eventuale lancio del canale richiederà tempo e denaro. Come
rivelato da questo giornale, con il "progetto Brunelleschi" il
fondo Searchlight ha presentato ai vertici di Lega un'offerta non
vincolante per finanziarne la fase di startup, garantendo ai club
per il triennio 2024-2027 un incasso minimo in linea con gli
attuali introiti annuali dai diritti tv domestici (910 milioni). Il
private equity metterebbe anche a disposizione per lo sviluppo
della piattaforma l'esperienza di tre manager: l'ex YouTube Stephen
Nuttall, i due ex Sky Davide Tesoro-Tess e Luca Sanfilippo.
Assistito dallo studio Chiomenti, il fondo Usa vorrebbe infine
investire fino a 2 miliardi nella media company della Serie A, "in
cambio di una partecipazione proporzionale ai risultati finanziari
della Lega, in linea con gli standard di mercato", nonché a fronte
di non meglio precisati poteri di governance.
Searchlight non è il solo investitore ad aver manifestato
l'interesse a finanziare la Serie A. Anche Caryle, Apax e Three
Hills si sono detti disponibili a entrare nel capitale della media
company attraverso il veicolo "Love for Football". Contatti
preliminari sarebbero stati allacciati anche con un paio di grandi
banche internazionali. Il presidente di Lega, Lorenzo Casini, ha
poi rivelato che numerosi fondi sarebbero pronti a sedersi al
tavolo. Fra loro, secondo indiscrezioni, vi sarebbe anche Cvc,
capofila della cordata con Advent e Fsi che era arrivata a un passo
dal comprare per 1,7 miliardi il 10% dei diritti tv del campionato
italiano. Quell'affare era poi sfumato in extremis per l'ostinata
contrarietà di sette club. Nulla, per ora, autorizza a pensare che
gli equilibri in campo siano cambiati.
Sui fondi, insomma, restano ampie divergenze fra i presidenti;
servirà tempo per appianarle, in un senso o nell'altro. Un nuovo
stop ai private equity potrebbe travolgere anche il progetto media
company che, senza investitori terzi, creerebbe un'ulteriore
sovrastruttura di potere, un'inutile duplicazione degli enti. Il
patron del Napoli De Laurentiis avrebbe perciò già bocciato il
piano e altri presidenti si sarebbero schierati sulla stessa linea.
Tutti i club sono invece concordi nel richiedere una modifica della
Legge Melandri che consenta di aggiudicare i diritti tv domestici
per un periodo superiore a tre anni. A lungo auspicata, la riforma
potrebbe ora avere maggiori chance di passare, complici i buoni
uffici del neo-senatore, Claudio Lotito. Il prolungamento
dell'assegnazione dovrebbe propiziare offerte più generose da parte
dei broadcaster e, in particolare, di Dazn, desiderosa di
rimpolpare il portafoglio sportivo in vista di una futura
quotazione (o acquisizione). Facendo così - forse - saltare
nuovamente il banco dei private equity.
La Serie A appare insomma nel pallone. E fra i club c'è chi
guarda ormai oltre l'orizzonte nazionale e della concorrenza
economica fra Leghe europee per scendere nell'agone globale della
competizione fra sport. La Juventus ha abdicato al trono del calcio
italiano per dedicarsi anima e corpo alla Superlega. La società
della galassia Exor, Real Madrid e Barcellona hanno rilanciato il
progetto di separazione dalla Uefa, nominando l'ex Rtl Bernd
Reichart alla guida di A22 Sports Management, la società di lobby
del nuovo torneo. A mesi la Corte di Giustizia Ue si pronuncerà sul
ricorso dei tre club fondatori contro la Uefa, accusata di
monopolio sull'organizzazione dei tornei di calcio continentali. Se
i giudici del Lussemburgo daranno ragione ai secessionisti - come
molti prevedono - la sentenza potrà rivoluzionare l'assetto di
potere e finanziario nel calcio europeo, con riflessi imprevedibili
sui campionati nazionali.
red
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2408:59 ott 2022
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October 24, 2022 03:00 ET (07:00 GMT)
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