Exor: l'ultimo bilancio certifica la metamorfosi della holding (Mi.Fi.)
April 24 2023 - 3:37AM
MF Dow Jones (Italian)
Il 2022 è stato un anno di cesura e cambio di passo per Exor, la
finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann. Chiusa con la cessione
di PartnerRe l'avventura nel business fortemente ciclico e con alti
rischi operativi rappresentato dal settore riassicurativo, la
holding cambia strategia e passa con forza a investire nel business
più difensivo della salute. È questa la vera novità nelle future
strategie della holding. Una diversificazione che può contare sul
solido retroterra dei business storici e fortemente redditizi di
Ferrari, Stellantis e Cnh Industrial, ossia i gioielli della Corona
che continuano a dare grandi soddisfazioni a Exor. Il bilancio
appena chiuso evidenzia infatti che la vendita di PartnerRe ha
consentito una plusvalenza di 2,4 miliardi che ha spinto l'utile
netto a 4,22 miliardi dagli 1,71 del 2021. La mossa è stata solo
parzialmente compensata dalla diminuzione della quota di risultato
delle società controllate e collegate (1,174 miliardi), comprese le
minusvalenze non realizzate del portafoglio a reddito fisso della
stessa PartnerRe.
Oltre all'uscita dal business riassicurativo, scrive MF-Milano
Finanza, altro aspetto essenziale è che la posizione finanziaria
netta è tornata positiva per 0,8 miliardi rispetto ai -3,9 miliardi
del 2021. Mentre il patrimonio netto consolidato attribuibile ai
soci della controllante è stato pari a 20,6 miliardi, in crescita
dai 16,8 miliardi del precedente esercizio.
I tre tenori sempre più redditizi. Sul fronte dei risultati
spiccano le sempre brillanti performance delle società operative.
Ferrari in particolare, di cui Exor possiede "solo" il 22,9%, vale
più un terzo del net asset value delle quotate del gruppo. La casa
di Maranello ha chiuso un altro anno sfolgorante con ricavi che
hanno superato quota 5 miliardi, utili per 939 milioni e una
redditività netta che sfiora il 19% sul fatturato. Da Ferrari, che
Exor tiene a bilancio al costo storico di 633 milioni e che ha
chiuso il 2022 con un valore di mercato di 8,9 miliardi, sono
saliti in Exor dividendi per 61 milioni, in forte crescita rispetto
al 2021. Ovviamente la parte del leone nel flusso cedolare che
risale verso l'alto la fa Stellantis, che ha staccato cedole per
467 milioni, in calo di oltre il 15% rispetto al 2021 ma che
valgono più delle metà degli 839 milioni di dividendi saliti nella
finanziaria. Altro contributore di peso è Cnh con le sue cedole per
103 milioni. Ovviamente Exor gode degli ottimi risultati di
Stellantis, che nel 2022 ha prodotto un bilancio record con ricavi
per 179 miliardi (+18%) e un reddito operativo rettificato di 23,3
miliardi con una marginalità al 13%, tra le più alte nel mondo
delle big company dell'auto. Bene anche Cnh, che è in carico in
Exor a un book value di 1,87 miliardi ma vanta un valore di mercato
di 5,5 miliardi. Cnh ha apportato per la quota posseduta da Exor
ben 471 milioni di utili dai 384 milioni del 2021.
Come si vede, i risultati forti delle tre regine quotate della
finanziaria olandese sono l'ossatura più preziosa. Che consente a
John Elkann di spingere sulla strategia di nuovi business, dato
che, come lo stesso Elkann ha dichiarato mesi fa, la holding ha
potenza di fuoco finanziaria per circa 6 miliardi. Ed è proprio qui
il cambio di passo. La frontiera sempre più rilevante della sanità.
Il ceo della holding ha dichiarato che Exor ha investito già nel
2022 un miliardo di euro nella sanità. A partire dall'ingresso nel
capitale dell'istituto francese Merieux e in Lifenet Healthcare. Il
passo è deciso e il business della salute diventerà uno degli asset
importanti di Exor. Poi ci sono gli investimenti ancillari: dal
lusso con Loboutin e Shang Xia al tech con Welltec e Casavo fino
all'editoria con The Economist e Gedi per finire con la Juventus.
Più che confortanti i risultati di Welltec, che ha apportato alla
holding 30 milioni di utili rispetto ai soli 2 milioni di euro
corrisposti nel 2021. Bene anche Loboutin, con il suo apporto
pro-quota di 28 milioni, e anche l'Economist con i suoi 16 milioni
per la quota spettante a Exor. Meno bene Casavo e Shang Xia, in
perdita, cosi come la Juventus, il vero grande cruccio della
famiglia.
Gedi dopo aver cumulato 210 milioni di perdite tra il 2020 e il
2021 ha ritrovato l'anno scorso un piccolissimo utile netto, frutto
però delle plusvalenze da cessioni e dei risparmi di costi sulle
ristrutturazioni. Ma sono piccoli intoppi, dato il peso assai poco
rilevante dei business collaterali sul net asset value complessivo
del colosso finanziario.
Grandi ritorni dagli investimenti finanziari. La liquidità non
servirà solo a investire con forza nella salute ma anche a
continuare a dedicare risorse agli investimenti in fondi e venture
capital. Un'attività che promette ritorni importanti per Exor. Il
portafoglio di public funds gestito da Matteo Scolati ha prodotto
un ritorno cumulato del 192% dall'avvio, con un rendimento medio
annuo del 19% a fronte di un totale return cumulato dell'indice
Msci World del 68%. Bene anche i rendimenti dei portafogli in fondi
private e ventures capital.
Il nav complessivo di Exor è sceso nel corso del 2022 di circa 3
miliardi, complici la cessione dell'asset PartnerRe e l'andamento
delle quotate in un anno che per i mercati è stato orribile. Ma il
calo di oltre il 7% è comunque molto meglio della caduta del 14%
occorsa al benchmark del Msci World (cui Exor fa riferimento) che
ha perso oltre il 14%. Una battuta d'arresto che non inficia la
crescita nel tempo del valore netto degli attivi della finanziaria
che dal 2009 hanno mostrato una crescita media annua del 17,6%
contro il 10,8% dello stesso indice delle borse mondiali. Tra
l'altro la performance relativa al è il valore cui sono agganciati
i piani di stock option di Elkann e dei vertici.
A significare sempre più l'importanza della diversificazione
della holding, mentre le quotate hanno ridotto il valore l'anno
scorso per un totale di 10 miliardi, gli altri investimenti si sono
apprezzati di oltre 8 miliardi contro i 2 miliardi scarsi
registrati nel 2021. Vista così, la fotografia della nuova Exor
poggia sui sempiterni gioielli storici della Corona (Ferrari,
Stellantis, Cnh) che garantiscono risorse e libertà di manovra in
nuovi settori di investimento. Una Exor sempre più bifronte.
red
fine
MF-DJ NEWS
2409:22 apr 2023
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April 24, 2023 03:22 ET (07:22 GMT)
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